Da inizio pandemia si sono sprecati i balletti sui numeri: numero di tamponi, numero di positivi, numero di letti. Ma il dato che maggiormente ci preoccupa è l’ultimo, perché senza letti non possiamo ricoverare.

In particolare, rimangono inalterati i dubbi sui posti letto in Rianimazione, la cui percentuale di occupazione da parte dei pazienti Covid è uno dei paramenti utilizzati per decidere il colore delle regioni.

In Piemonte, nel 2018 il rapporto tra posti letto/100.000 abitanti era di 7.3, al di sotto della media Nazionale di 8.8. Il tasso di occupazione dei letti in rianimazione nel 2018 era già molto alto: i trasferimenti tra ospedali alla ricerca di un posto non erano cosa rara. Ora, ai pazienti che già erano ricoverati in Rianimazione prima del Covid, vanno aggiunti i 125 malati Covid (dato al 31 Gennaio).

Ma se i pazienti Covid sono 125, quanti sono i letti totali? I Covid occupano il 20% dei letti totali di rianimazione, o di più?

In sintesi, ci sono posti letto farlocchi, che vengono comunicati, ma non esistono?

Anaao Assomed Piemonte ha già sollevato nei mesi scorsi dubbi per i letti in Ria (Leggi) ma  poca chiarezza è stata fatta.

Dai dati dichiarati dalla Regione al Ministero, in Piemonte i posti letto in Terapia intensiva totali, attivati/attivabili in 48h senza toglierli da altre attività sono 628, di questi il 24,4% occupati da pazienti Covid. Ma dai dati da noi ottenuti, i posti letto attivati il 31 Gennaio sarebbero solo 425, ovvero la somma  dei 180 dei intensivi Covid e dei 245 intensivi non Covid attivati.

Se ci sono, perché gli altri non sono stati attivati? E dove sarebbero questi letti di rianimazione in più? Forse, nelle sale operatorie, trasformate in urgenza in succursali delle rianimazioni, bloccando gli interventi chirurgici?

Che poi, manchino anche i medici per gestire i malati sui letti, è un altro problema.

Per gestire il totale dei posti letto dichiarati, considerate le carenze di personale pre-esistenti alla pandemia e la curva pensionistica, servirebbero oltre 200 rianimatori in più.

La carenza di personale non toglie che i numeri dichiarati dovrebbero essere quelli reali. Prevale, come da inizio pandemia, l’ansia di apparire, di avere il colore migliore, di essere sul podio delle regioni.

Importa meno se un paziente anziano non trova il letto in rianimazione o se salta un intervento chirurgico perché le sale operatorie sono diventate sale di rianimazione Covid.

Mentre la Regione pensa ai colori la Sanità pubblica affonda.