Sono già oltre 7.000 le firme raccolte dalla Petizione al Ministro della Salute affinché blocchi la non-riforma sanitaria della Lombardia a due giorni dal lancio: “Il riscontro immediato che abbiamo avuto con la nostra petizione ci conferma nella fondatezza delle nostre richieste e delle nostre preoccupazioni sul futuro della sanità lombarda e sul diritto alla salute dei cittadini, soprattutto delle fasce più deboli e svantaggiate: chiediamo che il Ministro Speranza restituisca al mittente la legge regionale 22/21 sulla cosiddetta riforma sanitaria Moratti/Fontana, in quanto in contrasto con le richieste dello stesso Ministro fatte tramite Agenas “, hanno dichiarato Marco Caldiroli e Angelo Barbato a nome del Coordinamento Lombardo per il diritto alla salute – Campagna Dico 32, a cui aderiscono 57 associazioni e organizzazioni lombarde, che hanno organizzato innumerevoli manifestazioni nei mesi scorsi e nel corso del dibattito in Consiglio Regionale.

La Petizione fa seguito alla Lettera al Ministro della Salute, inviata il 27 dicembre scorso, e a cui, peraltro, non c’è stata ancora risposta: nella Lettera veniva chiesto di respingere la legge 22/21, ai sensi dell’art. 127 della Costituzione della Repubblica, secondo cui il “Governo, quando ritenga che una legge regionale ecceda la competenza della Regione, puo’ promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione”. Questa Petizione è il prosieguo “naturale” di quella per il commissariamento della sanità lombarda lanciata nell’aprile del 2020 e che ha raccolto oltre 100.000 firme.

“La sanità lombarda – hanno sottolineato Marco Caldiroli e Angelo Barbato – necessita da anni di una revisione profonda, per le ragioni da tempo denunciate, e che la pandemia ha fatto esplodere, con gravi conseguenze che tutti stiamo pagando. E’ arrivato il momento: se non ora, quando? Chiediamo che il ministero e il governo ascoltino le richieste delle associazioni e dei cittadine/i e intervengano per bloccare la legge “Moratti-Fontana” e per disporne una revisione sostanziale: occorre ribaltare il modello proposto, che penalizza gravemente le fasce più deboli della popolazione i redditi più bassi”. Le proposte del Coordinamento sono state inviate da tempo: un forte governo pubblico della sanità con una chiara programmazione; la medicina territoriale organizzata in bacini d’utenza limitati per rispondere in modo mirato ai problemi di salute dando priorità alla prevenzione della malattia e garantendo la partecipazione della cittadinanza; le Case e gli Ospedali di Comunità devono essere esclusivamente pubblici e finalizzati a risultati reali di salute e non su utili economici; le liste d’attesa devono essere trasparenti e il loro contenimento un obiettivo primario anche attraverso l’assunzione straordinaria di personale presso le strutture pubbliche; la libera professione all’interno delle strutture pubbliche va eliminata; le RSA devono essere parte integrante del servizio sanitario nazionale.

La Petizione sottolinea altresì che la legge conferma la deriva lombarda rispetto ai principi della riforma sanitaria del 1978, di universalità, l’uguaglianza e l’equità, con un approccio ospedalocentrico e sbilanciato a favore delle strutture private. Un modello definito “eccellente” ma fallimentare nell’affrontare la pandemia e nell’incrementare le lista d’attesa per chi non può pagare di tasca propria i servizi. Insistere su questa direzione, facendo finta di accogliere le indicazioni del PNRR sulla medicina territoriale, è un cattivo esempio per tutte le altre regioni : mostra dove potrà portare la “autonomia regionale differenziata”!

Si può firmare la petizione qui