Da quindici anni insegno etica e salute pubblica a medici e infermieri che vengono a formarsi all’università. Insieme, cerchiamo di capire perché il “consenso libero e informato” si è affermato come la chiave di volta dell’etica biomedica.

Perché compensa l’asimmetria potenzialmente pericolosa tra pazienti (o soggetti sani in una sperimentazione) e il potere medico. Perché può essere libero solo se viene accolto senza ricatti, minacce o pressioni psicologiche di alcun tipo – condizione essenziale perché non venga “estorto”. Perché di conseguenza non si può mai subordinare l’accesso alle cure all’accettazione del trattamento proposto e perché un paziente che si rifiuta di prestare il proprio consenso non può essere, con questo pretesto, escluso dal sistema assistenziale. Perché più in generale, e contrariamente alle ultime accuse di Emmanuel Macron che violano tutti i principi del nostro contratto sociale, i diritti del cittadino non possono, in alcun modo, essere condizionati dall’invocazione di doveri precedenti. Perché infine la raccolta dei consensi vieta qualsiasi ricorso all’argomento dell’autorità del tipo: “Obbedisci, perché sono io – o meglio le autorità sanitarie – che so cosa è bene per te!”

La libertà come intesa dall’Illuminismo, ma anche la cosiddetta legge “Kouchner” del 4 marzo 2002 relativa ai diritti dei pazienti e alla democrazia sanitaria (a sua volta ereditata da un’altra epidemia, quella del virus dell’AIDS), si basa sulla capacità di ragionamento che si deve riconoscere a tutti i cittadini maggiorenni (o in procinto di esserlo), qualunque sia il loro credo o il loro livello di istruzione. Tutti i soggetti chiamati al consenso devono essere considerati in linea di principio, che ci piaccia o no, come soggetti razionali, in grado di deliberare allo stesso tempo e in modo contraddittorio sulla verità e sulla cosa comune (respublica), senza che alcun custode dell’umanità possa attuare il bene comune al loro posto[1].

Difesa di un sistema di assistenza collettiva

È proprio questa libertà che, nei cortei contro il pass sanitario, è stata invocata da migliaia di medici e infermieri, vaccinati e non, che affermavano il loro rifiuto di violare questi principi fondamentali. Ed è questa eredità del pensiero illuminista che io stessa ho difeso sfilando al loro fianco per strada. Contrariamente a quanto hanno insinuato alcune note diffamatorie, questa libertà è l’esatto opposto di quella dei libertari e dei sostenitori di Donald Trump, per i quali ogni considerazione della cosa comune minaccia l’individuo sovrano nell’illimitatezza dei suoi desideri. Ridurre i grandi cortei di questa estate a folle di odio, irrazionali e indifferenti al bene comune è stata una delle operazioni mediatico-politiche più disoneste di questa crisi sanitaria.

Ma è anche una certa idea di salute pubblica che mi ha spinto a mobilitarmi con parlamentari, i ricercatori e tutti i soggetto del settore[2]. Convinti della necessità di difendere un sistema di cura collettivo, sappiamo che le autorità sanitarie devono talvolta imporre misure preventive rendendole obbligatorie. Tuttavia, nel caso di un prodotto sanitario, ciò è accettabile solo se il rapporto rischio-beneficio è indiscutibile e se non esistono altri mezzi di protezione.

Ora, in questa circostanza, abbiamo cominciato a imporre la vaccinazione a tutti sulla base di una scommessa quadrupla: quella di una vaccinazione di massa che dovrebbe

1) creare un’immunità collettiva ed eradicare le varianti;
2) proteggere la vita degli altri prevenendo la contaminazione;
3) proteggere la vita di tutti i soggetti vaccinati, come se fossero anch’essi vulnerabili allo stesso modo di fronte al virus e identicamente protetti dal vaccino;
4) come se il vaccino non avesse effetti indesiderati gravi sulla loro salute.

Possiamo capire che una comunità di cittadini stremati e governati dalla paura di nuovi confinamenti [lockdown] abbia voluto credere a questa retorica della promessa, anche se noi stessi eravamo molto scettici fin dall’inizio.

Fidati del senso clinico degli operatori sanitari

Ma nel momento in cui la stessa comunità scientifica crede sempre meno

1) alla possibilità di eradicare il virus e alla conquista dell’immunità collettiva attraverso questi vaccini;
2) all’argomento “civico” di proteggere la vita degli altri;
3) all’illusione dell’onnipotenza delle cosiddette dosi “booster”, che dovrebbero “stimolare” i giovani in buona salute (mentre le popolazioni a rischio sono lasciate a se stesse di fronte a Doctolib [la piattaforma online per la prenotazione dei vaccini], con una vaccinazione degli over 60 tra le più basse dell’Europa occidentale)[3], il personale sanitario è obbligato a rilevare la realtà di alcuni incidenti post vaccinali[4], laddove le informazioni che dovrebbero informare il consenso non sono più niente di “leale” (come precisato nell’articolo 35 del il codice deontologico medico). L’imposizione universale di un pass sanitario seguito dalla vaccinazione viola i principi fondamentali della nostra etica, della nostra salute pubblica e dei nostri diritti, mentre ostacola la vita di intere comunità di pazienti, chiamati a scegliere tra la paura di gravi effetti collaterali e la propria libertà.

Tuttavia, une gestione sanitaria di questa crisi è possibile. Si tratta di restituire il potere di prescrizione agli stessi operatori sanitari e di affidarsi al loro senso clinico, che implica il rapporto diretto tra medici e pazienti, nel rispetto dell’etica e della salute pubblica. Poiché il vaccino non è una panacea, questa gestione sanitaria presuppone anche l’impiego di un arsenale di misure complementari e variegate: vaccinazione rivolta a persone a rischio di forme gravi, abbinata a trattamenti, gestione precoce dei sintomi, distribuzione massiccia di mascherine FFP2 per persone o eventi a rischio, e dotando tutti gli edifici pubblici di efficienti sistemi di ventilazione. Perché i nuovi liberali che hanno preso il potere nel nostro Paese persistono così tanto in questa gestione inefficiente e autoritaria? Perché il nuovo liberalismo che stanno difendendo è con le spalle al muro. Rinnegando pungentemente le promesse del neoliberismo di una “globalizzazione felice”, la crisi ecologica e sanitaria lo sta costringendo a reinventarsi con urgenza.

Divieto dalla società

Il pass sanitario e ora pass vaccinale permette a questa ideologia, fino ad ora egemonica e che sta appena entrando in crisi, di rimettersi in piedi con discrezione, unendo:

1) la continua distruzione dei servizi di sanità pubblica, istruzione e ricerca attraverso l’austerità e la gestione manageriale del suo personale;
2) il “soluzionismo tecnologico” con il suo mantra di innovazione, che serve sia il capitalismo finanziarizzato di Big Pharma, sia quello del passaggio al digitale universale, creando enormi mercati per l’e-health, l’e-learning e l’e-commerce;
3) la messa in discussione del nostro contratto sociale, con l’espulsione dalla società di milioni di individui privati ​​della cittadinanza (oggi i non vaccinati, e presto tutti gli altri cittadini non osservanti o ritenuti immeritevoli).

Dichiarando con orgoglio “di avere una gran voglia di far incazzare” al punto da far piegare tutti coloro che non può “mettere in galera [egli stesso]”, Emmanuel Macron difende una concezione della politica quale può essere quella del giurista tedesco Carl Schmitt: quella politica basata sulla divisione amico-nemico, con da una parte il signore della guerra e il suo branco (“noi”) e dall’altra i nemici interni (“loro”), che si tratta di “ridurre”, cioè di sottomettere o annientare. Invocare la salute e la tutela dell’ospedale pubblico per imporre questa spaventosa visione della politica è stata una delle operazioni più perverse di questo quinquennio. Speriamo che questo abbia la capacità di risvegliare tutti i cittadini di questo Paese, vaccinati o meno, preoccupati o fiduciosi di fronte a questa innovazione, ma che restano attaccati a una concezione repubblicana e democratica della nostra comunità politica.

Barbara Stiegler (*)

Traduzione a cura di Giulio Gisondi, articolo originale: https://www.legrandsoir.info/le-pass-viole-les-principes-fondamentaux-de-notre-republique.html


[1] Cfr. E. Kant, Risposta alla domanda: che cos’è l’Illuminismo? (1784)

[2] Cfr. la rubrica “Estensione del pass sanitario a bambini e adolescenti: ricercatori e operatori sanitari lanciano l’allarme”, pubblicata su Mediapart, e la petizione “Usciamo dal pass e dall’impasse sanitario”, Comunicato, agosto 6, 2021, online su change.org.

[3] Cfr. i dati più recenti del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ( https://qap.ecdc.europa.eu/public/extensions/COVID-19/vaccine-tracker …. ). Sul ritardo francese nella vaccinazione delle persone a rischio, si veda Florence Débarre et al. “Il pass sanitario nazionale francese “non ha risolto le disuguaglianze vaccinali contro il Covid-19 in Francia”. https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2022.01.03.22268676v1.full.pdf

[4] Sui rischi di contenzioso legati a questi incidenti si veda “Covid: gli effetti collaterali del vaccino saranno costosi in Australia”, in Les Echos.

 

(*) L’autore

Barbara Stiegler, nata nel 1971, è una filosofa francese, professoressa di filosofia politica e responsabile del Master in “Cura, etica e salute” all’Università di Bordeaux Montaigne. È anche membro dell’Institut Universitaire de France. Stiegler è autore di diversi libri: Nietzsche et la biologie (Presses universitaires de France, 2001), Nietzsche et la critique de la chair (Presses universitaires de France, 2005), “Il faut s’adapter”: Sur un nouvel impératif politique (Gallimard, 2019), De la démocratie en pandémie: santé, recherche, éducation, (Gallimard, 2021). Ha appena pubblicato Nietzsche et la vie: une nouvelle histoire de la philosophie (Gallimard, 2021).

Fonte : https://www.lafionda.org/2022/01/13/il-pass-viola-i-principi-fondamentali-della-nostra-repubblica/