Oggi si è tenuta una manifestazione in occasione dalla riunione straordinaria del Senato Accademico dell’Ateneo per discutere su questo accordo.

Dopo l’intervento pubblico del Rettore Saracco c’è stata un irruzione dei manifestanti nell’Ateneo. Irruzione presumibilmente non gradita agli organi di governance dell’Univesità. Era comunque da mettere in conto che il Politecnico si trovasse coinvolto in manifestazioni “spontanee” non composte solo da propri studenti.

Difficile tuttavia non ascrivere all’Ateneo una sottovalutazione del problema, Frontex è un’Agenzia molto controversa ed inquisita. Si occupa sostanzialmente di controllo e repressione dell’immigrazione ai confini esterni dell’Europa. Sono molte ONG, alcune operano a ridosso delle zone esterne di frontiera e dell’UE, a denunciare che alcuni degli strumenti di repressione dell’immigrazione utilizzati da Frontex siano ascrivibili a forme di tortura.

Stupisce che la questione, da ciò che ci risulta, non sia stata affrontata preventivamente, il che farebbe supporre un scarsa consapevolezza – anche questa francamente sconcertante dato l’ambito universitario e d’eccellenza – da parte di molti membri degli organi di controllo e gestione dell’Ateneo torinese.

La questione investe una larga parte dell’opinione pubblica che sa cos’è Frontex, che magari non scende in piazza, ma che certamente non vede di buon occhio che l’Università Torinese si veda coinvolta in un’azione di partenariato con l’Agenzia di controllo dei confini europei.

La questione è spinosa e l’entità economica del bando, 4 milioni di euro, non sono tali da far sì che una recessione da un contratto non ancora operativo, possano danneggiare l’Ateneo.

Il 14 luglio di quest’anno il Politecnico annunciava in questo comunicato l’importanza dell’accordo, con parole che non possono non destare delle perplessità in coloro che sanno come opera Frontex, anche nel Mediterraneo, comunicando gli avvistamenti dei naufraghi alla cosiddetta “Guardia Costiera” libica comandata da un pregiudicato. Ci sono diversi documenti audiovisivi che attestano il modo in cui opera, in particolare Sea Watch ha pubblicato un filmato estremamente eloquente che potete vedere a questo indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=Hto7FMz3Z98

La situazione è estremamente spinosa in una Torino molto sensibile agli aspetti inerenti all’Agenzia, ma è una questione non solo torinese: investe l’opinione pubblica italiana.

Le dichiarazioni del Rettore Saracco sono state abbastanza chiare: “Il Politecnico di Torino è una delle poche Università che ha un regolamento di resource integrity che prevede una serie di cose che non possiamo fare. A seguito di questo regolamento interno abbiamo attuato delle misure che sono state seguite, nel silenzio, non influenzato da nessuno, che ho fatto partire in prima persona. Il Senato Accademico sta prendendo una decisione secondo le nostre regole. Avendo analizzato questa questione con degli atti che sono all’attenzione del Parlamento Europeo e della Corte di Giustizia Europea. Ho nominato una commissione fatta da esperti terzi che ha espresso un parere. Sulla base di questo parere il Senato Accademico, dove ci sono anche i rappresentanti degli studenti, prenderà oggi una decisione su questa questione“.

Sorge spontanea la domanda: come mai nonostante il regolamento di resource integrity, la questione non è stata affrontata prima che, inevitabilmente, balzasse agli onori della cronaca?

Il Rettore ha dichiarato di difendere il proprio Ateneo, comprensibile. L’indipendenza dell’Università va certamente rispettata, ma l’argomento in questione è troppo spinoso, eticamente e socialmente rilevante. L’Università non è una monade.

Il rettore ha concluso che la decisione del Senato Accademico verrà resa pubblica con un comunicato stampa.

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