Amsi, Umem, UxU e Co-mai: urge salvare il Libano, servono vaccini, aiuti sanitari e professionisti della sanità. Molto diffusa la variante delta tra i giovani

L’Unione medica euro mediterranea (UMEM), l’associazione medici di origine straniera in Italia(Amsi), la Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai), il Movimento Uniti per Unire e l’Osservatorio Anti Covid 19 continuano a seguire la situazione in Italia e a livello internazionale anche tramite confronti, interviste e dibattiti tra esperti su tv e radio satellitari,p er quanto riguarda la sanità, l’immigrazione, i vaccini e le nuove varianti.

Oggi trattiamo la situazione tragica in Libano. Un anno fa l’esplosione a Beirut, il Libano allo stremo e ogni giorno sempre più in ginocchio: il sistema bancario è fallito dal 2019 ed è ormai cronica l’assenza di benzina, elettricità e medicinali. Le Nazioni Unite stimano oltre 350 milioni di dollari per aiuti d’emergenza alla popolazione, che verranno raccolti nella Conferenza Internazionale organizzata per dopodomani dalla Francia e dall’Onu. Il Paese non ha un governo nel pieno dei suoi poteri dall’agosto dell’anno scorso, quando il premier Diab si era dimesso in seguito all’esplosione, e non lo avrà neppure per il 4 agosto, anniversario dell’esplosione, come si era augurato il primo ministro incaricato Najib Mikati, che proprio oggi ha ammesso l’esistenza di divergenze tra le forze politiche.

“Da mesi chiediamo aiuto per il Libano, che sta attraversando la crisi più difficile e duratura della sua storia dal punto di vista politico, economico, sociale e sanitario. Proprio quest’ultima sta registrando vittime tutti i giorni per colpa del Coronavirus, che è molto diffuso con la variante Delta, in particolare tra i giovani: non ci sono posti letto, i pazienti muoiono per strada, mancano medicinali e bombole di ossigeno, i professionisti della sanità lasciano il paese. Ultimamente, più di 1000 medici e più di 600 infermieri hanno lasciato il Libano per problemi economici e lavorativi. In Libano si registrano più di 564 mila contagiati, 538 mila guariti, circa 8000 morti. Il 26% della popolazione ha ricevuto una dose del vaccino. Anche dal Libano c’è la conferma dell’esistenza delle varianti locali e si è sviluppata la variante libanese dopo che Il Coronavirus si è ambientato alla popolazione locale, come verificatosi anche in Libia, Algeria, Tunisia, Sud Africa.

Inoltre dal Libano arriva un’altra conferma dai dati dei contagiati: la variante delta e le sue mutazioni (libanese) hanno provocato un aumento del 120% dell’ingresso negli ospedali e del 137% dei morti. L’80% dei contagiati non è vaccinato per niente, l’11% è vaccinato con una dose e il 9% è vaccinato con due dosi. Il libano è in trattativa con la Russia per la produzione locale del vaccino russo, inoltre nel paese vengono utilizzati i vaccini Pfizer, AstraZeneca e russo. Cosi dichiara Foad Aodi, Presidente Umem e Co-mai e membro Commissione salute Globale della Fnomceo, in contatto diretto con i giornalisti e medici libanesi nostri rappresentanti locali dell’UMEM, che fanno un appello congiunto al Governo Italiano, alla Commissione Europea e all’OMS per aiutare il Libano e salvare il popolo libanese dal Covid 19 e le sue varianti, in particolare i bambini e gli anziani.