Anche quest’anno abbiamo deciso di ricordare una data importante per l’umanità, di quelle di cui poco si sente parlare, ma che hanno segnato una svolta purtroppo verso la distruzione anche se… non tutto è andato perso.

16 luglio 1945, deserto di Jornada del Muerto, Nuovo Messico (USA) alle 5.29 (ora locale) avvenne la prima esplosione nucleare, conosciuta come Trinity Test, l’inizio dell’era delle armi nucleari.

17 luglio 2021, Castello dei Missionari Camboniani, Venegono Superiore (Varese). Prima dell’assemblea dell’associazione “Abbasso la Guerra” ci siamo ritrovati intorno al Gingko biloba di Hiroshima messo a dimora quasi due anni fa, pochi giorni prima dell’inizio della seconda edizione  della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza. Un albero nato da un seme di uno dei 160 A-bombed Trees sopravvissuti all’attacco atomico del 6 agosto 1945. Un segno di speranza, di rinascita, di vita e di pace che questi alberi ci trasmettono.

Elio Pagani (Presidente di “Abbasso la Guerra”) ci ha ricordato l’importante traguardo che si è raggiunto il 22 gennaio di quest’anno, quando il Trattato Onu per la Proibizione delle Armi Nucleari è entrato in vigore per i paesi che l’hanno ratificato. L’Italia non è tra questi, ma non bisogna desistere, bisogna continuare a dimostrare quanto siano catastrofiche quelle armi e ribadire che si può ancora ridare un vero senso verso un futuro senza atomiche.

“Riprendiamo da dove c’eravamo lasciati, la messa a dimora di questa bella pianticella. Il cammino la Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza è ripreso verso la sua terza edizione, che inizierà il 2 ottobre 2024. Il 21 giugno si è aperta una call internazionale alla ricerca di città/paesi che si candidano entro un anno per la partenza e l’arrivo della terza edizione”, ha esordito Tiziana Volta (coordinatrice italiana della seconda Marcia Mondiale). Ha poi proseguito: “Nel frattempo, dal 15 settembre al 2 ottobre si svolgerà la prima Marcia Latinoamericana e si continuano a creare momenti di incontro e di riflessione con Mediterraneo Mar de Paz.  A Trieste a inizio luglio c’è stato un incontro sui “Porti di Pace” e durante questo mese si è svolta un entusiasmante primo tour dello spettacolo “Sulle ali delle onde”, ispirato proprio al Mare Nostrum di pace e libero dalle testate atomiche. Concludo invitando a partecipare alla prima edizione del Festival del libro della Pace e della Nonviolenza che si svolgerà a Taranto tra il  23 e il 26  settembre, durante il quale verrà affidato un Hibakujumoku di Hiroshima”.

14 luglio 2021, Boston College High School, Boston (USA). Grazie Mike McCue un altro albero della pace è stato affidato a Grace Cotter Regan (presidente del Boston College High School). Mike è stato una delle prime persone che ha cercato negli anni di far conoscere l’esistenza degli A-bombed Tree di Hiroshima. In questa speciale occasione ci ha rilasciato una sentita intervista.

Come ha saputo dell’esistenza degli alberi della pace di Hiroshima? Cosa vi ha trasmesso un percorso così semplice, ma così profondo?

Quando ero amministratore comunale ad Avon, Massachusetts, mi sono interessato per far designare la città come ‘Tree City’, un programma della Arbor Day Foundation. La designazione mostra l’impegno della comunità a garantire che gli alberi facciano parte delle priorità della città. Nel terzo anno di questa designazione ho deciso di piantare alberi di Ginkgo.

Mentre cercavo informazioni su di loro, mi sono imbattuto nel fatto che molti erano sopravvissuti alla bomba di Hiroshima nel 1945. Ho quindi appreso dell’esistenza di Green Legacy Hiroshima. Ho iniziato una corrispondenza con loro e li ho convinti a mandarmi degli alberelli da distribuire nel New England. Come studente di storia all’università, ero pienamente consapevole della storia della guerra e della terribile sofferenza che le bombe atomiche inflissero alla gente di Hiroshima e Nagasaki. Il messaggio di quegli alberi mi ha colpito profondamente. La capacità di diffondere il loro messaggio di pace e resilienza mi ha molto colpito. In ogni comunità e scuola che ho contattato, il messaggio di questi alberi è stato accolto calorosamente e celebrato. Sono entusiasta del fatto che con una cura adeguata, questi alberi sopravvivranno a lungo, perché le generazioni future possano ammirarli e riflettere sulla loro storia.

Come ha cambiato la vostra vita la sconvolgente tempesta del Covid?

Ho lasciato il mio lavoro poco prima dell’epidemia di Covid negli Stati Uniti. Le circostanze successive hanno reso e rendono ancora difficile trovare un’altra occupazione. Soffro di sclerosi multipla da molti anni e l’ansia della pandemia e la mancanza di lavoro hanno esacerbato la mia situazione. Il sussidio di disoccupazione ci ha aiutato con le spese di casa, ma non è affatto semplice. Mio figlio Patrick sta cercando in ogni modo di aiutarmi a trovare una nuova stabilità (attraverso Go Fund Me), ma non è così immediato. Rifletto spesso sugli alberi, specialmente durante questi tempi difficili. Mi trasmettono pazienza e forza.

Spero che in questi tempi bui gli A-bombed Trees che ho diffuso nella zona del New England, così come il resto portato in tutto il mondo da Green Legacy, abbiano ispirato un certo grado di speranza dei giorni più luminosi che sono sicuramente davanti a tutti noi.