Oggi alle 17 in piazza Carlo Alberto si è svolta la manifestazione in solidarietà ai due giovani

Moises Pirela e Yang Jing Xiao, sono stati fermati il 3 giugno scorso in circostanze molto controverse da agenti in borghese dalla Polizia Ferroviaria, mentre camminavano mano nella mano, in via Nizza angolo c.so Marconi.

Moises è di origine Venezuelana ed è titolare di protezione internazionale, Yang è una studentessa cinese.

La vicenda che ha coinvolto i due giovani ha destato sgomento tra i passanti che hanno filmato lo svolgersi degli eventi.

Dai filmato, pubblicato da diverse testate, emerge chiaramente quanto Yang fosse spaventata dall’atteggiamento degli agenti.

Non è l’unica manifestazione in solidarietà dei due giovani: è prevista sabato 19 giugno in piazza Valdo Fusi alle 16:30 un’altra iniziativa indetta dagli studenti del Conservatorio di Torino dove studia Moises Pirela.

Uno stralcio degli interventi al microfono:

Il 30 gennaio 2014 viene promulgata una circolare dal Comando generale dell’Arma dei Carabinieri che definisce le modalità di intervento operativo nei confronti di soggetti in
stato di agitazione psicofisica. Vi è il divieto di invadere lo spazio fisico della persona in tale stato , di praticare il contenimento a terra se non per brevi secondi e di praticare in ogni
caso posture che comportino qualsiasi forma di compressione toracica.

Vi è l’obbligo di ricorrere a un negoziatore con un ruolo di ascolto e negoziazione verbale. Si raccomanda di “attendere il naturale attenuarsi dello stato di agitazione prima dell’intervento coercitivo”.

Questa circolare è stata abrogata nel gennaio del 2016.

Al suo posto il 19 gennaio 2016 è stata diramata un’altra circolare in cui vengono eliminati riferimenti ai rischi che può provocare l’uso della forza in soggetti in stato di agitazione psicofisica.

Questa agitazione psicofisica che è evidente, nel nostro caso, dai video girati dai passanti, ma che dovrebbe essere facile a dedursi in genere. Stai passeggiando, sei consapevole di non avere alcuna caratteristica considerabile minacciosa o riconducibile ad azioni criminali se non una: i tuoi tratti somatici.

E ti si avvicinano uomini ben più minacciosi di te, che non si identificano, che sai che sono contro di te e non con te, perché chi ti ferma per i tuoi tratti somatici non è dalla tua parte. E
ti parla poco e male, in una lingua che non è la tua lingua madre. Più chiedi di sapere, di capire, più si fanno aggressivi.

Certo che l’essere stranieri in Italia ti mette in stato di “agitazione psicofisica”. Che è uno stato di debolezza e le forze dell’ordine esistono per sopperire alla debolezza di certi individui o certe categorie sociali, non per trasformarla in opportunità di esercitare violenza come invece è accaduto.
Serve ribadirlo: l’impreparazione non giustifica la violenza, i sospetti non giustificano la violenza, il controllo non giustifica la violenza.

Una breve intervista video a un’esponente del gruppo promotore: