Finalmente una legge che pone fine ad un commercio crudele ad uso e consumo umano sulla pelle di moltissimi esseri viventi strappati dai loro habitat naturali e trapiantati in gabbie o in teche in cui sono obbligati a trascorrere tutta la loro vita. Il Decreto Legislativo prevede “misure restrittive al commercio di animali, affiancate da un sistema sanzionatorio adeguato ed efficace, tra cui uno specifico divieto all’importazione, alla conservazione e al commercio di fauna selvatica ed esotica, anche al fine di ridurre il rischio di focolai di zoonosi, nonché l’introduzione di norme penali volte a punire il commercio di specie protette”.

La Commissione politiche europee della Camera ha approvato, senza modifiche, il Disegno di Legge di delegazione europea confermando l’impegno normativo dato al Governo, approvato dal Senato in prima lettura grazie a un emendamento di Loredana De Petris, capogruppo LeU.

Il 21 aprile è entrato in vigore il Regolamento europeo 2016/429 relativo “alle malattie animali trasmissibili e che modifica e abroga taluni atti in materia di sanità animale” con il quale l’Italia è chiamata a rendere efficace la norma comunitaria, anche per una concreta prevenzione della diffusione di virus e zoonosi animali agli umani. Di questa legge ne parliamo con Andrea Casini, responsabile Area Animali Esotici di LAV (Lega Anti-Vivisezione).

Una vittoria di portata storica quella contro la detenzione e il commercio di animali esotici. Come nasce e in che cosa consiste questa legge?

Il tutto nasce dal Regolamento Europeo 2016/429 relativo alle malattie animali trasmissibili e che modifica e abroga taluni atti in materia di sanità animale («normativa in materia di sanità animale»). Tutti i paesi membri EU avrebbero dovuto adottarlo entro 5 anni (Aprile 2021, come di fatto è oggi vigente). LAV, da ormai un anno, ha pubblicato un Manifesto che si chiama “Non Torniamo Come Prima”, ovvero una serie di punti che indicano come evitare future pandemie provocate da zoonosi, quindi una rivoluzione relativa al nostro modo di rapportarci con gli animali. Il terzo punto del Manifesto, indica proprio un divieto di commercio per specie selvatiche ed esotiche. Abbiamo quindi proposto a varie forze politiche l’introduzione di un emendamento all’interno del Disegno di Legge Delega Europea, che è stato presentato (tra gli altri) dalla Senatrice Loredana De Petris, Capogruppo in senato del Gruppo Misto LeU. L’emendamento della senatrice è proprio l’ormai famosa Lettera q) dell’articolo 14, che prevede un divieto specifico di importazione, detenzione e riproduzione di animali selvatici ed esotici.

Il testo della DdL di delegazione EU, dopo il passaggio alla Camera dei Deputati e alle Commissioni, ha ricevuto approvazione senza alcuna modifica (con una maggioranza schiacciante) ed è diventato a tutti gli effetti Legge Della Repubblica Italiana, con successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Prende il nome di Legge n. 53 del 22 aprile 2021. Entro l’8 maggio 2022, il nostro parlamento, guidato dal Ministero della Salute, dovrà produrre il Decreto Legislativo attuativo, che articola e definisce le disposizioni contenute in esso.

In rete già molti esprimono dubbi dicendo “questa legge incrementerà l’abbandono”. Cosa rispondi a riguardo?

Che questi sono tentativi dannosi e falsi di chi vuole creare il panico tra negozianti, detentori e opinione pubblica. L’abbandono (tra l’altro vietato e sanzionabile) è l’ultima cosa che LAV vorrebbe. Questo perché gli animali morirebbero e si creerebbero danni al nostro ecosistema. Chi ha un animale esotico (proponiamo noi) potrà continuare a tenerlo; dovrà però denunciarlo e registrarlo e non potrà farlo riprodurre. Quindi dovrà denunciare la morte, la cessione e, in un periodo finestra, potrà anche venderlo ma sempre inserendo queste modifiche entro il registro.

L’abbandono è uno dei fenomeni che vogliamo sconfiggere. Basti pensare al caso del Serval (femmina con cuccioli) avvistato da un Veterinario dello Zoo di Fasano: questo animale, pur essendo in allegato II CITES (ovvero detenibile ma con permessi specifici rilasciati dai CC CITES), è sconosciuto a forze di polizia italiane. Nessuno ha mai fatto denuncia. Ecco che con un obbligo di registrazione, non sarà più possibile abbandonare gli animali attualmente detenuti in cattività nelle case degli italiani. Per altri approfondimenti rispetto a questa domanda, ecco il link per delle FAQ che abbiamo pubblicato sul nostro sito e che aggiorneremo via via: https://www.lav.it/cpanelav/js/ckeditor/kcfinder/upload/files/files/STOP%20COMMERCIO%20ANIMALI%20ESOTICI%20E%20SELVATICI%20-%20DOMANDE%20E%20RISPOSTE%202.pdf

Quanti sono animali esotici in giro per l’Italia che provengono dall’importazione da altri Paesi e quanti da allevamento cresciuti “in cattività”?

Il dato allarmante è che gli animali esotici conosciuti e che entrano in statistica (circa 3,5 mln), è minoritario degli animali effettivamente presenti sul nostro territorio nazionale!

Non è possibile affermare con certezza il numero di animali esotici presenti; quindi è anche molto difficile definire quanti sono nati in cattività e quanti importati.

Credo tuttavia che questa distinzione sia poco efficace perché un animale selvatico, esotico o locale, rimane comunque un animale selvatico che ha il diritto di non passare tutta la sua vita in cattività! Inoltre, questa distinzione, viene meno alla natura e situazione pandemica che stiamo vivendo e che ha dato vita alla legge 53. Questo perché gli animali selvatici che nascono in cattività mantengono le stesse caratteristiche biologiche dei soggetti che vivono in natura… anzi! Quelli nati e detenuti in cattività hanno l’opportunità di entrare in stretto contatto con altri animali selvatici o domestici, con i quali altrimenti non avrebbero assolutamente alcun contatto. Questo porta alla diffusione, mutazione e creazione di nuovi patogeni zoonotici. Basta pensare alla triste vicenda dei visoni americani italiani e olandesi: tutti nati in cattività ma con una percentuale di diffusione Covid veramente spaventosa!! Per approfondimenti scientifici sul nostro sito si può trovare una bella bibliografia a supporto di quello che sosteniamo, ma che in realtà sostengono all’unisono tutti i più grandi centri di ricerca e università del mondo

Perchè il commercio è un trauma per questi animali?

Il commercio è un trauma. Gli animali che vengono catturati in natura vengono strappati dal loro ambiente. C’è stato qualche anno fa un’inchiesta dove è emerso che il 66% dei pappagalli cenerini (provenienti dall’africa), muore prima di raggiungere l’Europa per poi entrare nel circuito commerciale. Altro caso è quello del pitone reale. La stragrande maggioranza dei pitoni reali nelle case degli italiani è nato in cattività, tuttavia arrivano cuccioli dall’Africa che risultano “allevati” anche se non è vero. I bracconieri africani vanno alla ricerca di femmine gravide (distruggendo i famosi “bushes” e uccidendo altri animali che potrebbero essere antagonisti) che catturano e detengono in allevamenti fino al momento del parto delle uova. I cuccioli che nasceranno (talvolta anche le stesse uova), vengono spedite in Europa e risultano perfettamente legali perché provenienti da allevamento (è di fatto vietata la cattura in natura di questi animali). Ecco che un animale catturato in natura e i suoi figli vengono registrati come “allevati”.

Ma non ho risposto bene alla tua domanda… infatti la parte triste inizia durante la detenzione: la parola cattività definisce il grado di violenza e sofferenza che tutti gli animali selvatici ed esotici subiscono. Vivere una vita intera (per alcune specie molto lunga) in una gabbia o in un terrario è una sofferenza infinita. Inoltre vi sono risvolti tragici: ad esempio spesso, anzi che portare un animale che ha un valore di 20-30 euro (ad esempio un canarino) dal veterinario (dove se ne spenderebbero 50-100), non si cura! (e ripeto: è maltrattamento perseguibile ai sensi di legge, art. 544 ter del codice penale). È più economico lasciarlo morire con tutti i rischi di diffusione di zoonosi annessi (spesso mi arrivano segnalazioni circa acquirenti che comprano esotici a delle fiere da allevamenti domestici e non autorizzati. L’animale si ammala e ammala tutti gli altri animali già detenuti dall’acquirente).

Oppure l’abominio ormai di moda, del morph (la morfologia della pelle) dei pitoni. Terraristi allevano in rack (vaschette di plastica impilate una sull’altra con luci uv) e fanno riprodurre all’infinito le femmine per ottenere il morph raro o desiderato. Fanno accoppiare consanguinei diretti e i cuccioli (si… anche i piccoli di serpente sono cuccioli) che non rispettano il morph desiderato, vengono uccisi.

C’è chi si preoccupa perchè questa legge “metterà in pericolo” chi ha guadagnato con gli allevamenti di questi animali. Qual è l’impatto di questi allevamenti sia a livello ecologico sia per quanto riguarda il benessere animale?

Chi ama gli animali non dovrà preoccuparsi. Comunque sicuramente ci saranno ripercussioni economiche negative su tutto il settore. Saranno a rischio posti di lavoro e quindi famiglie. Ci sarà una perdita economica.

Sono tutte preoccupazioni lecite e che in parte rispecchiano la realtà. Ma  la connessione pandemia (zoonotica) e commercio/traffico animali è ormai un dato di fatto supportato scientificamente. Abbiamo idea di che impatto economico ha prodotto questa pandemia, quanti posti di lavoro persi, quanta sofferenza e morte ha provocato? Una nuova pandemia sarebbe di gran lunga più impattante economicamente su molteplici settori, sull’economia del nostro paese, sugli italiani e sul mondo intero. È un ragionamento su costi/benefici. E quello che ci dice questo ragionamento è semplice.

Un traguardo è stato dunque raggiunto. Credi che questa legge sia completa o bisogna rimanere vigilanti?

Assolutamente sì! Manca lo scoglio dell’approvazione del Decreto Legislativo attuativo! Lì saranno contenuti i dettagli delle disposizioni circa il divieto. Ovviamente, essendo questo un cambiamento epocale, dovremmo lavorare per anni per far sì che vengano attuate, perseguite e sanzionate tutte le violazioni.

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