Duro comunicato di RSC – Centro Socio-Culturale Rom Sinti Caminanti per il Futuro e UCRI–  Unione Comunità Romanès in Italia sui fatti di Torino.

Anche le associazioni per i diritti delle persone di tradizione nomade hanno fatto un comunicato congiunto per criticare le politiche del Comune di Torino e della Regione Piemonte.

NO ANTIZIGANISMO – NO EMARGINAZIONE DEI POVERI – CONTRO LE INGIUSTIZIE

Le Istituzioni locali, le Giunte Comunale di Torino e della Regione, vogliono far diventare il Piemonte la prima regione senza Rom e senza poveri a chiedere l’elemosina nel centro città.

Dopo i numerosi sgomberi e il “progetto speciale” del Comune di Torino per il superamento del campo di Via Germagnano, possiamo affermare che si è creata una situazione di ANTIZIGANISMO istituzionale in Piemonte, e in particolare nella città di Torino?

Le azioni di sgombero hanno incrementato il conflitto tra i poveri, e la giunta Regionale ha colto l’occasione per varare emendamenti anti Rom che rischiano di innescare un circolo senza uscita per più di 2.200 poveri.

In “Germagnano” il non aver programmato e concordato una possibile soluzione abitativa e lavorativa, il non aver creato un progetto condiviso, l’aver agito con superficialità pensando solo a liberare l’area, ha buttato in strada molte persone, circa 250, che prima vivevano nei campi “abusivi e non” e che, non sapendo dove vivere, hanno trovato come soluzione l’occupazione delle case vuote di edilizia popolare o rimanere sulla strada creando (nuovi) insediamenti abusivi.

Altre persone sono tornate al “nomadismo forzato”, fenomeno ormai superato dalla maggior parte dei Rom. Sono tutte soluzioni non giuste dettate dalla disperazione. 

Le persone Rom (circa 170) dell’unico campo dove è ancora permesso abitare, fino allo sgombero “promesso” dalle istituzioni, si sentono sotto costante minaccia e preoccupazione. Finiranno anche loro con un allontanamento senza prospettiva?

Ovviamente queste azioni di sgombero senza progetto, organizzate dal Comune di Torino, creano conflitti nelle periferie, una guerra tra i poveri, contrapponendo gli ultimi ai penultimi.

Le periferie diventano un terreno di scontro e di conflitto permanente. E le Istituzioni, che fanno? stanno alla finestra? Questa “non gestione istituzionale” provoca solo un ANTIZIGANISMO diffuso tra gli individui delle periferie.

La casa, o meglio l’abitare, è un diritto di tutti. L’abbattimento di una baracca, seppur fatiscente e insalubre, come sono quelle di un campo spontaneo, racchiude in sé un atto violento: la cancellazione di un’abitazione, di ricordi, di zone protette, di un posto privato.

Un altro colpo è arrivato dalla Regione Piemonte. In queste settimane sembra che alcuni politici della Regione stiano fomentando un nuovo capitolo della guerra ai poveri, invocando gli sgomberi delle case popolari occupate, a Torino e provincia.

Inoltre, nella revisione della legge sul turismo, un assessore della Regione ha vietato la sosta dei camper per più di 48 ore, pena il sequestro del mezzo, scrivendo che non è contro i turisti ma direttamente contro i Rom. Una legge su base etnica a tutti gli effetti?  Quindi: né campo, né casa, né camper. Si prospetta un’espulsione dei poveri, in particolare Rom, in Piemonte?  

Anche UNAR si è espresso sulla legge regionale piemontese sul turismo chiedendo di non procedere perché introduce discriminazioni su base etnica. Con la modifica all’articolo 21 della vecchia disciplina regionale i più disperati andranno incontro anche al “sequestro amministrativo del mezzo mobile di pernottamento”.  L’accanimento anti-Rom ha dato vita a questo emendamento contro tutti i Poveri e i Disperati di tutte le etnie e provenienze. Si continua a colpire chi non ha più un tetto sotto il quale potersi riparare e ora, grazie a questo emendamento, non potrà più avere nemmeno un tetto di lamiera.

L’ultimo colpo sotto la cintura è arrivato dalla vice Sindaca di Torino che, allineata al comandante dei vigli che considera il centro di Torino un “Bancomat” per i senzatetto che chiedono l’elemosina, ha così detto: “Il denaro spesso ci scarica la coscienza, ma a volte non fa del bene alle persone”. In questo periodo di Covid con la chiusura dei negozi e con ridotti movimenti nella città, i poveracci senza tetto non riescono più a mangiare, altro che “Bancomat” e arricchimenti. Vergogna! Vergogna! Anche solo a pensarlo.

Queste leggi e queste azioni colpiscono i più deboli, gli ultimi, chi non ha più una casa dove poter vivere. In questo caso sono sempre i disperati a pagare il prezzo più alto

Chiediamo un adeguamento dei toni, bandire i metodi razzisti e il rispetto dei diritti fondamentali come quello dell’abitare, soprattutto durante il difficile periodo del Covid nel quale i poveri aumentano e le situazioni di sussistenza diminuiscono drasticamente. Vogliamo spezzare i pregiudizi che si alimentano quando si generano i conflitti e le Istituzioni sono assenti. I poveri non hanno colore della pelle, etnie particolari, lingua o religione, i poveri sono poveri ed è per loro che chiediamo giustizia, solidarietà e dignità. 

Fonte: Centro Socio-Culturale Rom Sinti Caminanti per il Futuro; UCRI Unione Comunità Romanès in Italia;