Coronavirus: l‘associazione Yairaiha Onlus ha lanciato una petizione per il diritto alla salute nei luoghi di detenzione.

In questo articolo: Coronavirus: l’OMS pubblica linee guida per le carceri appare evidente quanto sia importante l’osservanza di misure straordinarie per la prevenzione del Coronavirus nelle strutture detentive (ci riferiamo anche ai CPR ): la salute è un diritto di tutti, nessuno escluso, motivo per il quale Yairaiha Onlus ha scritto diversi appelli alle Autorità competenti.

Segnaliamo questa petizione su Change.org di cui riportiamo uno stralcio:

Sottolineiamo che lo Stato italiano è obbligato ad attenersi alle raccomandazioni elaborate dagli organismi internazionali ai sensi dell’art. 117 della Costituzione.

Alle indicazioni fornite dagli esperti della realtà penitenziaria sin dalla fine di febbraio (sindacati di polizia penitenziaria, garanti, operatori del diritto e della giustizia, associazioni), ovvero ridurre sensibilmente il sovraffollamento e sostituire la misura detentiva con la detenzione domiciliare o ospedaliera per tutti i soggetti portatori di determinate patologie – sì da poter gestire l’eventuale, e purtroppo verificatasi, emergenza-, questo governo, e questo parlamento, hanno preferito seguire le sirene del populismo penale agitato da alcuni media a scapito dello Stato di diritto e della salute della comunità penitenziaria che oggi, purtroppo, conta oltre 1300 (attualmente circa 2000 n.d.r.) persone contagiate tra detenuti e operatori, con un trend in crescita costante che sta colpendo indistintamente la popolazione detenuta finanche nelle sezioni di 41bis che qualcuno, pretestuosamente, aveva dichiarato immuni da possibili contagi.

I numeri e la velocità con cui si sta diffondendo il virus nelle carceri non possono essere né sottovalutati né subordinati al titolo del reato, trattandosi del diritto alla salute che la nostra Costituzione e le leggi primarie tutelano sopra ogni altro diritto indistintamente per ciascun cittadino; diversamente si andrebbe a configurare la violazione dell’art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, cosa per la quale più volte l’Italia è già stata condannata.

Gli istituti di legge per evitare che la situazione degeneri ulteriormente sono già in essere, basta applicarli (senza temere di dover rispondere alle pretestuose campagne portate avanti dai media) rispondendo all’emergenza sanitaria con gli strumenti necessari.

Chiediamo che si intervenga con un provvedimento immediato di sospensione della pena per tutte le persone detenute ammalate ed anziane ai sensi degli articoli di legge; chiediamo che il Parlamento vari urgentemente un’amnistia per la rimanente popolazione detenuta, per poi iniziare a pensare un sistema di pene che non calpesti la dignità umana ma dia senso e sostanza a quell’art. 27 della Costituzione troppo spesso dimenticato e calpestato.