La pescicoltura e la vendita di acqua potabile in bottiglia sono progetti produttivi di alcuni degli ex combattenti sin dall’inizio del processo di reinserimento, avente luogo nel vecchio Spazio Territoriale di Formazione e Reinserimento (ETCR) di Vidrí, nel dipartimento del Chocó.

Cinquanta ex combattenti del 34° Fronte e Aurelio Rodriguez, della estinta guerriglia delle FARC, che per la maggior parte vivono nella città di Quibdó, capitale del dipartimento del Chocó, si sono riuniti per costituire la Cooperativa Heroes de Morrí e l’Associazione Aguas de Paz, con il fine di realizzare i propri progetti produttivi, dopo che nel 2018 il governo nazionale ha emesso il Decreto 982, nel quale si abolivano gli Spazi Territoriali di Formazione e Reinserimento (ETCR) di Vidrí, nel Chocó e di quello di Tierralta nel dipartimento di Córdoba.

Vedi (in spagnolo): Il governo abolisce i primi spazi per il reinserimento delle FARC

Questo non solo ha lasciato senza una casa gli ex combattenti che ancora vivevano in quel luogo, ma ha messo fine ai progetti di coltivazione di pancoger (nome dato a quelle colture che soddisfano parte del fabbisogno alimentare di una data popolazione), banano e platano che erano stati iniziati dagli ex combattenti. Inoltre, la vendita di acqua potabile in bottiglia, pronta per uscire sul mercato, non ha potuto essere effettuata.

Itticoltura

Gli ex combattenti che hanno costituito la Cooperativa Héroes de Morrí, guidati da Alexander Santamaría, ex combattente, segretario della Cooperativa e referente dell’Agenzia per il Reinserimento e la Normalizzazione (ARN), hanno cercato più di un anno fa di creare un progetto di itticoltura per ottenere una risorsa con la quale sostenere le proprie famiglie. Così, dopo aver ricevuto l’aiuto del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (PNUD), del Consiglio Norvegese, dell’ONU e la consulenza dell’ARN, questo gruppo di ex combattenti ha contribuito con il proprio capitale iniziale e ha iniziato la costruzione di un’attività che ha avuto imprevisti, poiché inizialmente non è stato tenuto conto dei costi dell’infrastruttura e dei materiali occorrenti per l’allevamento dei pesci della regione.

Colombia: Piscicultura y Aguas de Paz, dos proyectos de excombatientes de las FARC

Durante la visita dell’ONU, nel primo semestre del 2020, nel luogo in cui si è realizzato il progetto di itticoltura.  Foto: Alexander Santamaría

Ciononostante, come afferma Alexander Santamaría, “abbiamo imparato a superare molte difficoltà, non sappiamo come realizzare questo progetto. Non abbiamo avuto nessuna formazione, né appoggio da parte del Governo”.

In questo momento il progetto non produce ancora un utile e gli associati della Cooperativa Héroes de Morrí sperano che il Governo Nazionale, attraverso l’Agenzia del Rinnovamento del Territorio (ART) fornisca un aiuto acquistando il terreno in cui realizzare la itticoltura.

Aguas de Paz

Il progetto Aguas de Paz ha avuto inizio nel 2017 con l’iniziativa degli ex combattenti che cercavano di soddisfare la domanda di acqua potabile della popolazione vicina al corso del fiume Arquía, dove era situato l’ETCR de Vidrí. Però, dopo essere stato giudicato inattuabile, lo schema elaborato per la generazione di occupazione nella comunità dell’ETCR è stato abbandonato.

Tuttavia, due anni più tardi, l’Associazione Aguas de Paz è stata ricostituita dagli ex combattenti residenti a Quibdó, Chocó. Malgrado non abbiano una fonte propria di acqua per poter ricreare il medesimo progetto produttivo, hanno creato un’alleanza con la Cooperativa Mondragón, dalla quale acquisteranno acqua potabile che, una volta ottenuti i permessi dall’Istituto Nazionale per l’Alimentazione e la Medicina, imbottiglieranno e commercializzeranno.

Nuovo spazio per il reinserimento

Il mancato rispetto degli impegni assunti dal Governo Nazionale negli Accordi di Pace dell’Avana del 2016, come l’assistenza alimentare, medica e educativa, così come il difficile accesso e l’uscita dall’ETCR a causa della diminuzione della portata del fiume Arquía in alcuni periodi dell’anno, sommati agli alti costi che questo comportava, ha portato “più della metà dei 471 ex combattenti arrivati all’ETCR di Vidrí a prendere la decisione di trasferirsi in altri comuni o regioni per cercare migliori condizioni di vita” (ColombiaCheck, 05 febbraio 2019).

In seguito a questa situazione, il Governo Nazionale ha decretato la chiusura dell’ETCR, cosa che a sua volta ha portato gli ex combattenti a perdere i benefici che erano stati promessi loro. Per questo, un gruppo di diverse associazioni chiede al Governo che siano riconosciute come ETCR e che vengano rispettati gli impegni assunti nell’ambito degli Accordi dell’Avana.

Di: Stephania Aldana Cabas

 

Traduzione dallo spagnolo di Manuela Donati. Revisione: Silvia Nocera