Un anno e mezzo fa, il team europeo degli editori di PRESSENZA ha proposto al Forum Mondiale di DW (partner di Pressenza) di ospitare un evento sul processo ad Alba Dorata. Avevamo in programma di invitare (a nostre spese) il team dell’Osservatorio su Alba Dorata  per discutere del processo e analizzare gli aspetti socio-politici dello stesso. Purtroppo, la proposta è stata rifiutata: questo è un chiaro esempio di come i mass media usino poco o nulla le opportunità di parlare di una questione che rappresenta una minaccia alla democrazia nelle società europee e “una preoccupazione crescente per il nostro futuro”, come si suol dire.

Mercoledì 7 ottobre è il giorno del verdetto del processo ad Alba Dorata. Parliamo dell’organizzazione neo-fascista greca creata negli anni ’80 e rafforzatasi nei decenni successivi, grazie al sostegno di forze politiche specifiche e all’utilizzo di programmi e pratiche tipicamente di estrema destra: violenza contro i migranti, militarizzazione dei membri, nuovi riflessi nazionalistici sulla questione politica con la vicina Macedonia a riguardo della titolarità del nome e con la Turchia circa le frontiere di Evros. La crisi economica di fine 2000 è il momento più propizio per convertire questa organizzazione in una forza politica, ancora una volta con il sostegno delle forze politiche che adottano programmi di destra o di estrema destra. Alba Dorata riesce a sfruttare la crisi, a creare una retorica piena di distorsione e di odio, a usare la violenza contro i migranti e le persone LGBT, a portare la paura ovunque in strada attraverso le squadre di assalto, a dare cibo solo ai greci, ad aiutare gli elettori anziani e infine, ad avere per la prima volta degli eletti in Grecia nel 2012 e un anno dopo a entrare anche al Parlamento Europeo. Tempi bui per la democrazia parlamentare.

Nelle ultime settimane, tantissime persone, che per 5 anni e mezzo sono state al fianco della madre di Pavlos Fyssas, assassinato dai fascisti, hanno costretto i media a parlare del processo e dell’imminente verdetto: con le loro proteste, marce e campagne, hanno sollecitato le società a prendere una posizione. Non solo in Grecia, ma anche in tante città europee. Tutti noi desiderosi che il neofascismo non condanni le nostre vite con la sua oscurità, abbiamo un appuntamento importante mercoledì fuori dal tribunale di Atene!

Traduzione dall’inglese di Francesca Vanessa Ranieri. Revisione: Silvia Nocera