Grazie a una decisione giudiziaria dell’ultimo minuto, cui hanno contribuito anche gli appelli di Amnesty International e le proteste delle associazioni locali per i diritti umani, l’impiccagione del cittadino singaporeano Syed Suhail Bin Syed Zin, prevista all’alba del 18 settembre, non ha avuto luogo.

La sospensione temporanea dell’esecuzione consentirà all’Alta corte di esaminare il ricorso degli avvocati di Syed Suhail Bin Syed Zin che chiedono un riesame del caso.

Arrestato nell’agosto 2011 con 38,84 grammi di eroina in suo possesso, Syed era stato condannato a morte nel gennaio 2016 ai sensi della Legge sulle droghe, che prevede la pena capitale per chi sia trovato in possesso di oltre 15 grammi di eroina, circostanza equivalente al reato di traffico di stupefacenti.

Singapore è uno dei quattro Stati al mondo che eseguono condanne a morte per reati di droga.