Il 5 settembre è il giorno dell’Amazzonia, ma non abbiamo niente da festeggiare in questa data così significativa. L’attuale Governo brasiliano guidato da Jair Bolsonaro sta distruggendo la più grande ricchezza naturale del pianeta, tutto un ecosistema devastato dall’avanzata dell’agroindustria e dell’attività mineraria. Il Capitalismo gore [1] è sempre più presente nelle politiche sull’Amazzonia, non è solo la foresta ad essere distrutta, anche le comunità indigene e rivierasche stanno subendo la necropolitica [2] dell’attuale presidente del Brasile.

Il popolo brasiliano chiede aiuto a tutte le nazioni con la speranza di salvare l’Amazzonia, non possiamo lasciare che questo ecosistema sparisca. Con l’avanzata della distruzione di questa foresta, i cambiamenti climatici aumenteranno in tutto il pianeta, non sarà solo in Brasile, tutto il mondo patirà gli stessi sconvolgimenti.

Secondo l’ INPE – Brasile (Istituto Nazionale di Ricerche Spaziali), ad agosto del 2020, in Amazzonia sono stati deforestati circa 1500 km², con un aumento del 33% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Negli ultimi 12 mesi, la deforestazione ha raggiunto altri 10.000 Km² di foresta, che equivale a circa il 50% del territorio della regione Lombardia.

La distruzione dell’Amazzonia non sta avvenendo solo in relazione alle aziende brasiliane, è il capitale internazionale delle compagnie minerarie e delle multinazionali che sta alimentando la devastazione della Foresta Tropicale. Il suolo della regione amazzonica è caratterizzato dalla ricchezza di giacimenti minerari, soprattutto oro e niobio, e per questo gli insediamenti di estrazione illegali sono frequenti nella regione, distruggendo non solo la vegetazione, ma anche i fiumi e il suolo a causa dell’utilizzo del mercurio per l’estrazione dell’oro.

Tutto un ecosistema distrutto al servizio dell’agroindustria. Gli stessi gruppi societari che esportano carne e soia prodotte in territorio brasiliano sono responsabili per la distruzione dell’Amazzonia. Non consumando più questi prodotti, contribuirai alla sopravvivenza dell’Amazzonia.

Allineato sulle dichiarazioni dell’attuale Presidente del Brasile, il Ministro dell’Ambiente, Ricardo Salles, non lavora per proteggere la Foresta amazzonica e i popoli che dipendono dalle sue risorse, ma per proteggere gli interessi delle grandi corporazioni. Il suo intervento è orientato verso lo sfruttamento delle risorse naturali e la conseguente deforestazione, a favore di una trasformazione della Foresta in una risorsa esclusivamente economica.

C’è bisogno di un’azione globale, in cui nazioni e organizzazioni continuino a denunciare e fare pressioni per fermare la distruzione dell’Amazzonia. I popoli della foresta chiedono aiuto subito, lo sterminio della Foresta ha assunto un ritmo più veloce negli ultimi due anni, se non ci sarà una mobilitazione internazionale, entro breve cambierà tutto, persino l’aria che respiri!

L’Amazzonia Chiede Aiuto!

Di Daniel Bruno Vasconcelos e Jennifer Terriaga

 

Traduzione dal portoghese di Raffaella Piazza. Revisione: Silvia Nocera

[1] In Capitalismo gore (2010), l’autrice Valencia T. Sayak spiega che il termine si riferisce alla violenza estrema ed esplicita. Nel capitalismo gore, l’uso predatorio dei corpi, fondato sullo spargimento di sangue ingiustificato, raggiunge il suo apice distruttivo con l’espansione della necro-emancipazione del crimine organizzato basata sul genocidio come affare e merce.

[2] Consultare l’opera di Achille Mbembe, Necropolítica. Biopoder, soberania e estado de exceção
(2018) per comprendere la politica della morte nel mondo contemporaneo.