Manahatta

Anna, Little John e tutti gli altri che erano stati attrazioni vive del Museo partirono per aiutare gli indios a trasferirsi nelle caverne a nord. Da lì sarebbe partito il sentiero promesso verso una valle, dove avrebbero potuto restare a vivere protetti. Con l’eccezione di Madame Bernadette, tutti seguirono Anna. La piccola francese disse che la vita non aveva senso lontano dal palco. Anche lei partì, ma per accompagnare il Barone Von Strasse, come dama di compagnia di sua madre, verso il Colorado dove i saloon spuntavano come funghi nelle città vicino alla ferrovia. Si seppe poi che ebbe una lunga carriera da quelle parti e si sposò con un ricco proprietario di miniere d’oro.

Jack come previsto seguì il gruppo con lo sceriffo, alla ricerca dell’oro che c’era nelle caverne. Tutti partirono durante la notte, a poche ore di distanza. La mattina successiva la Prefettura dichiarò approvato il piano di costruzione di un grande parco centrale – 800 acri di forma rettangolare che avrebbero sotterrato interi villaggi e una cittadina di schiavi liberati. Sarebbe stata costruita una grande riserva d’acqua per rifornire tutti i centri abitati, inondando tutte le terre indigene e le loro aree sacre.

Lo Sciamano convocò tutti al pellegrinaggio. “Tu, Anna, sarai la nostra arma contro gli uomini bianchi che ti seguono con l’obiettivo di distruggere la nostra tribù”. Anna lo guardò sorpresa: “farò tutto quello che posso fare per salvarvi” – proclamò sotto lo sguardo attento degli altri. La profezia si avverò all’alba. Mentre gli indios entravano nella grotta, lo Sciamano chiese ad Anna di volare – solo loro lo sapevano, ma una grande novità sarebbe avvenuta e avrebbe cambiato il corso degli eventi per tutti. Le prese la mano, mentre le ali si aprivano. Luminose come sempre, bianche e trasparenti. Lei lentamente fluttuò in aria. Anna sembrava molto sorpresa, sorrideva. Come nei suoi sogni magici, finalmente si elevò e provocò un grande chiarore. Lo Sciamano aveva ragione: quando troviamo un amore molto grande, una causa, una missione nella vita, le nostre ali si aprono e voliamo lontano.

I soldati che seguivano Jack pensarono che fosse un angelo. “Non fermatevi adesso – gridò Jack, gli indios stanno scappando!” ma nessuno dei soldati riuscì a muoversi.

Little John, sbalordito, prese la mano dello Sciamano che chiarì: “È il conflitto tra forze, piccolo bimbo leone, Anna e tutti voi siete degli esseri magici, potenti, che radunano le forze positive della vita”.

“Voi siete venuti per salvarci, come diceva una vecchia profezia” dichiarò rivolto verso tutti gli altri.

Tutti riuscirono a entrare nella grotta, tranne Anna, che rimase a fluttuare e impedì ai soldati di proseguire. Dopo che l’ultimo guardiano fu entrato, i bambini della tribù cominciarono a cantare. Era un canto di allegria, la tribù era finalmente salva. Caddero le pietre e sbarrarono il sentiero, mentre la tribù marciava verso una valle lontana, che sarebbe stata la sua nuova terra. E così si era chiuso anche il sentiero dell’ambizione per Jack e tutti gli altri.

Little John, separato da Anna e circondato da tutte le curiosità vive, pianse molto. Erano salvi e al sicuro, ma Anna era stata lasciata indietro, era il sacrificio necessario perché gli uomini bianchi non riuscissero a trovare l’entrata della caverna. Tutti trovarono il loro posto nella tribù, mai più esibiti come errori della natura, ma al contrario, vennero accolti in una nuova società che li valorizzava e li considerava belli e speciali.

Little John e gli altri non seppero mai dove fosse finita Anna. Ci fu un silenzio immenso quando arrivarono alle nuove terre. “Chissà se Anna è stata riportata al Museo?”. “Dove sarà finita la nostra ragazzina con le ali?” si domandò una volta lo Sciamano, che stava sempre in silenzio.

Il primo giorno di autunno, lo Sciamano convocò tutti al centro del villaggio. “Anna non può stare con noi. Si è offerta per salvare la nostra tribù. Ma sarà ricompensata.”

“È stata riportata al museo?”, chiese un bambino della tribù.

“No. Si è elevata fino a scomparire. Nessuno l’ha più vista in città. Secondo la profezia,un essere alato ci avrebbe liberato e avrebbe poi vissuto per sempre nelle nostre terre, proteggendo gli animali e le piante. Durante il giorno nessuno può vederla, ma quando cala la notte lei appare viva e luminosa, volando sui nostri alberi e campi sacri. Lei è la guardiana della nostra storia. La ragazza con le ali ha sempre saputo di avere una missione”.

E cosa accadde al circo?

Jack tornò indietro molto contrariato e decise di chiudere il circo e tornare alla vita da marinaio. Andò verso sud in cerca di altre storie di pirati. Il suo Museo, nel frattempo, fu di ispirazione per decine di altre persone che aprirono teatri lungo l’ampia via che portava al territorio della tribù – che poi fu chiamata Broadway. Si sa che dopo la chiusura del Museo delle Curiosità Vive, decine di altri teatri aprirono i battenti nei dintorni, rendendo tutta la zona famosa per le arti – questa volta senza attrazioni circense umane, ma con molta arte e passione. Artisti, direttori, ballerine, tutti si sarebbero aggirati per sempre in quella strada magica.

Il Grande parco, o Central Park, come fu battezzato in seguito, fu creato in quella regione, facendo sparire quasi tutti i segni degli esseri umani che avevano vissuto lì tanti anni prima. Fiorenti giardini ispirati alle opere di Shakespeare, laghi e pergolati riempirono la terra sacra delle tribù. Ma la profezia dello Sciamano si avverò. Una donna fu chiamata a scolpire una statua che sarebbe stata eretta nel luogo esatto dove vivevano i Lanape. Nel bel mezzo della notte, nel suo atelier entrò un fortissimo vento, lei si svegliò e ancora immersa nei suoi sogni disegnò Anna, con le ali aperte.

Da allora, Anna sta lì durante il giorno, invisibile agli occhi umani. La notte va in giro, volando per proteggere la foresta. È la ragazza con le ali, l'”angelo custode” di Central Park, della terra sacra, di “Manahatta”, terra di colline in mezzo a un’isola.

 

Traduzione dal portoghese di Raffaella Piazza. Revisione: Silvia Nocera

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