“Il Patto su migrazione e asilo annunciato ha deluso le aspettative di chi sperava in un drastico cambio di orientamento della Commissione Europea: i diritti delle persone migranti sono l’ultima delle preoccupazioni di questo documento che svilisce ulteriormente i valori fondanti dell’Unione Europea e le norme internazionali dell’asilo”.

 

È questo il commento di EMERGENCY al tanto atteso Patto su migrazione e asilo della Commissione Europea, presentato dalla presidente Ursula von der Leyen a Bruxelles.

 

“Se vogliamo usare la parola solidarietà, questo patto la esprime forse verso i Paesi mediterranei per alleviare la pressione degli arrivi – soprattutto sull’opinione pubblica – certo non verso i migranti – prosegue EMERGENCY – .Il tanto atteso superamento degli accordi di Dublino si traduce in un’altra ingiustizia: se è vero che i migranti verranno ridistribuiti in tutti i Paesi europei e non saranno obbligati a rimanere in quello in cui sono approdati, questi Paesi rimarranno i responsabili del primo screening, rischiando di trasformarsi in un limbo indecente di attesa. Non c’è nessuna presa di distanza dagli accordi con la Libia, le cui violazioni dei diritti umani sono evidentemente considerate accettabili in cambio di una funzione di filtro alla fortezza europea”.

 

“La possibilità riconosciuta ai Paesi più ostili di scegliere fra la partecipazione al meccanismo dei ricollocamenti e quella di pagare per il rimpatrio dei migranti è la conferma di un’Europa che ha perso il senso del valore della vita umana e baratta i diritti di persone disperate con la copertura economica dei costi delle operazioni di rimpatrio – conclude EMERGENCY –. Come già in passato, i percorsi individuali non sono più considerati determinanti per l’accesso all’asilo, privilegiando la provenienza geografica e perpetuando la distinzione – artificiosa e sicuramente ingiusta – tra disperati per la povertà e disperati per la guerra. Ancora una volta, nessuna traccia di un vero piano strutturale per gestire l’immigrazione legale, né un programma di ricerca e soccorso in mare, probabilmente nell’illusione di poter gestire il fenomeno migratorio come un’emergenza definita e non come un fenomeno naturale e impossibile da fermare” .