Nel suo ultimissimo libro, Rage, il celebre giornalista Bob Woodward (quello dello scandalo Watergate) riporta una serie di interviste al presidente Donald Trump raccolte da settembre 2019 a luglio 2020. Fra queste, in relazione ai rapporti con la Corea del Nord e il suo leader, Trump annuncia di aver creato una nuovissima, eccezionale arma nucleare.

“Ho costruito un sistema d’arma nucleare, che nessuno mai ha avuto prima in questo paese. Abbiamo cose che non hai mai visto e di cui non hai nemmeno sentito parlare. Abbiamo cose di cui Putin e Xi non hanno mai sentito parlare prima. Assolutamente nessuno quello che abbiamo è incredibile.”

Il giornalista afferma che sue fonti al Pentagono hanno confermato l’affermazione di Trump, senza fornire ulteriori informazioni, e si sono dichiarate sorprese della sua esternazione.

L’unico vero sviluppo nucleare voluto e realizzato dalla presente amministrazione americana è la testata di bassa potenza W76-2 per missili balistici Trident II (D-5) lanciati da sottomarini (SLBM) (https://ilbolive.unipd.it/it/news/piccolo-non-sempre-bello-nuove-testate-americane); di fatto in alcuni dei missili a bordo si sono sostituite con W76-2 le attuali W76-1, ordigni a due stadi fissione-fusione per una resa di 90 kton. La National Nuclear Security Administration (NNSA) ha affermato che la versione a bassa resa della W76 sarebbe configurata “per la detonazione del solo primario’’ a fissione. Ciò potrebbe significare una resa inferiore a 10 kton (8 kton secondo alcune stime).

Le caratteristiche della W76-2 non sembrano tuttavia corrispondere all’entusiastica affermazione di Trump, sia perché non hanno nulla di nuovo, essendo solo l’edizione emasculata della vecchia W76, sia perché per nulla sorprendenti per Putin, dato che la motivazione principale per la loro introduzione è stata proprio l’esistenza di analoghe armi russe.

Un’arma nucleare giunta a un avanzato stadio di maturità in questi giorni è la bomba a gravità manovrabile e a resa variabile B61-12, di cui è stata prodotta la prima unità potenzialmente produttibile (FPCU), base per il prototipo di produzione, previsto fra un anno. Ma la B61 è un’arma risalente ai tempi della guerra fredda e lo sviluppo della versione 12 è iniziato nel 2012, fra i programmi di ammodernamento approvati dal presidente Obama, quindi certamente non può essere di vanto per Trump.

Un programma aperto di nuove armi nucleari americane è il nebuloso progetto della testata W93 che dovrebbe nel giro di 15-20 anni sostituire le attuali W88 (e forse anche le W76-1) nei missili balistici SLBM. Ma la nuova W93 dovrebbe basarsi su tecnologie provate e quindi ben note e non corrisponde quindi alle caratteristiche dell’annuncio di Trump. Il progetto è comunque controverso, perché potrebbe richiedere esplosioni di prova, giustificando la decisione del governo di ricreare le strutture e le competenze per test, proibiti dal bando delle esplosioni (CTBT, firmato ma non ratificato dagli USA); anche per questo motivo il Congresso sta tentando di bloccare i finanziamenti richiesti per lo sviluppo della W93.

In realtà è difficile concepire nel settore nucleare tecnologie rivoluzionarie veramente “mai viste” e gli ordigni nucleari si presentano in modo poco appariscente, poco diversi alla vista da grossi proiettili d’artiglieria, e certamente non entusiasmante.

Molto più accattivanti, nuovi e fascinosi sono alcuni nuovi vettori, per esempio i sistemi ipersonici, in grado di volare a velocità fino a una decina di volte quella del suono e planare per distanze di migliaia di kilometri (https://ilbolive.unipd.it/it/blog-page/nuove-wunderwaffen-missili-ipersonici). Effettivamente lo scorso 20 marzo il dipartimento della difesa USA ha annunciato un primo test positivo del veicolo Common-Hypersonic Glide Body (C-HGB) sviluppato congiuntamente dalla marina e dall’esercito americani. Vettori ipersonici sono stati concepiti dagli USA per impieghi con armi cinetiche non esplosive, ma il loro sviluppo può puntare a ruoli nucleari. La tecnologia ipersonica è certamente poco nota, ma moltissime informazioni sono pubblicamente disponibili. E certamente è conosciuta sia da Putin che da Xi, tanto che russi e cinesi sono al momento davanti agli USA per le applicazioni militari di questa tecnologia, ma può darsi che Trump non ne fosse al corrente.

Rimane quindi difficile intuire a quale sistema potesse riferirsi Trump, e se non abbia in realtà tratto conclusioni errate da informazioni parziali. Non è comunque il caso di dormire sonni tranquilli: nel mostruoso bilancio americano per le spese militari (quasi mille miliardi di dollari previsti per il 2021) vi sono circa 74 miliardi per attività classificate riservate, che possono permettere anche gli “incredibili” sviluppi di Trump, che appunto noi umani non possiamo neppure concepire.