Beatriz Aurora Castedo, pittrice e attivista sociale, ha consegnato il 1° settembre una lettera al viceconsole del Cile a Barcellona, chiedendo solidarietà con il popolo Mapuche e i prigionieri in sciopero della fame.

Beatriz Aurora Castedo Mira è nata in Cile da madre catalana e padre madrileno esiliato dalla guerra civile spagnola. Dopo un anno di lotta contro la dittatura di Pinochet è stata arrestata e torturata, ma la sua famiglia è riuscita a farla portare in Spagna, dove ha vissuto gli ultimi anni della dittatura di Franco e il passaggio alla democrazia. In seguito si è stabilita in Messico, ha vissuto le rivoluzioni centroamericane in Guatemala, El Salvador e Nicaragua. Dopo un periodo di disincanto, è rimasta affascinata dalla causa zapatista. Ora vive in Chiapas e lavora per la giustizia e la libertà dei popoli nativi dell’America.

Lei ha consegnato una lettera al Consolato cileno di Barcellona. Qual è il contenuto della lettera?

È una lettera molto semplice che chiede solidarietà urgente con il popolo Mapuche:

“Al presidente Sebastián Piñera, al governo del Cile, al popolo Mapuche, ai popoli del mondo.

Di fronte alla brutale repressione scatenata dal governo cileno contro il popolo Mapuche e le sue terre, noi, artisti, scienziati, intellettuali e organizzazioni cilene e mondiali chiediamo la fine immediata delle violenze, il ritiro totale delle forze repressive dal loro territorio e il rilascio incondizionato di tutti i prigionieri politici, alcuni dei quali hanno fatto uno sciopero della fame per più di 100 giorni mettendo in serio pericolo la loro vita. I Mapuche non sono soli e lo stato neocoloniale e neoliberale non potrà distruggere il loro ecosistema o la loro cultura millenaria.

MARICHIWEU !!!!

MILLE VOLTE VINCEREMO!

Si conclude con l’adattamento della seguente poesia di Violeta Parra:

Arauco ha un dolore

che io non posso tacere

sono ingiustizie di secoli

che tutti vedono fare,

nessuno vi ha posto rimedio

pur potendo rimediare

Alzati Huenchullán…

Violeta Parra

La lettera è accompagnata da uno dei miei disegni, in cui Violeta Parra, su una luna, canta “Arauco ha un dolore”.

Ho scritto la lettera un mese fa e ho iniziato a chiedere agli amici, che ho incontrato in tutto il mondo attraverso le diverse lotte per un mondo migliore, di firmarla. In un mese abbiamo raccolto 3.792 firme da persone e organizzazioni in più di 60 paesi. Hanno firmato molti accademici, artisti e scienziati europei e statunitensi. Tra i firmatari ci sono persone conosciute come Manu Chau, Lluis Llac, Paco Ibáñez, Naomi Klein, ecc. Abbiamo contato quasi 2.000 firmatari dal Cile, 800 dal Messico, 400 dalla Spagna, 150 dall’Argentina e 50 dagli Stati Uniti. Questa attività si è sviluppata a partire da Barcellona ed è stata possibile grazie al sostegno di molte persone. Si è aggiunta la solidarietà storica di tutte le lotte degli ultimi cento anni. Ora, se vogliamo prendere d’assalto il futuro, questo è un momento in cui la solidarietà è più necessaria che mai. Abbiamo anche fatto una petizione su change.org.

La mattina del 1° settembre ho consegnato la lettera al viceconsole del Cile a Barcellona. Il popolo Mapuche e i prigionieri sono oggi un simbolo che riflette la brutalità del sistema. L’interesse di questa lettera è far sapere al popolo Mapuche che non è solo, che ha la solidarietà della brava gente del mondo.

Beatriz Aurora consegna la lettera al Consolato cileno di Barcellona

Ci può spiegare chi sono i Mapuche?

Il popolo Mapuche (che vuol dire uomini della terra) è un popolo originario del Sud America che comprende gli abitanti della regione di Araucania di lingua mapudungun. Quando i conquistadores spagnoli arrivarono nel XVI secolo, questo popolo viveva nella Valle dell’Aconcagua e nel centro dell’isola di Chiloé, in quello che oggi è il Cile. È l’unico popolo originario dell’America che la corona spagnola non è riuscita a dominare. La Spagna ha dovuto riconoscere il loro territorio e la loro indipendenza dall’impero spagnolo, stabilendo confini e accordi di pace.

Ma alla fine del XIX secolo, dopo l’indipendenza del Cile e dell’Argentina dalla corona spagnola, il popolo Mapuche fu sottomesso dai governi di questi due paesi attraverso campagne militari che massacrarono migliaia di persone. I Mapuche furono trasferiti in piccole riserve, mentre il resto delle loro terre fu occupato. Negli ultimi decenni le loro terre sono state allagate da bacini idroelettrici, le aziende di legname hanno distrutto le foreste e le risorse marine sono finite nelle mani di grandi aziende che schiacciano i pescatori artigianali. Si tratta di un modello economico estrattivo neoliberale che distrugge gli ecosistemi, aumenta l’inquinamento e l’impronta ecologica e porta la popolazione alla povertà.

Qual è il motivo per cui i prigionieri mapuche stanno facendo lo sciopero della fame?

Nel maggio 2020, 26 detenuti mapuche hanno iniziato uno sciopero della fame, di cui 16 stanno facendo lo sciopero della fame e della sete. La maggior parte di questi 16, ricoverati in ospedale, è in punto di morte.

I prigionieri chiedono di essere uguali davanti alla legge e di avere il diritto agli arresti domiciliari per la durata della pandemia Covid-19. Il governo ha applicato questo diritto a più di 4.000 prigionieri, compresi i principali violatori dei diritti umani, ma lo ha negato a tutti i prigionieri Mapuche.

Il governo dovrebbe applicare la Convenzione 169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) riguardante le condizioni speciali di detenzione per le persone dei popoli indigeni, compresa la giustizia riparativa in accordo con la loro cultura, che include la possibilità di visitare le loro case e comunità di tanto in tanto.

Con questa lettera chiedo solidarietà con il popolo Mapuche e con i prigionieri in sciopero della fame. Sostengo la loro richiesta di conformità alla Convenzione 169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) sui popoli indigeni e tribali nei Paesi Indipendenti, che il Cile ha ratificato nel 2009.

Quali progetti avete per il futuro?

Stiamo lavorando con Marco Aparicio, giurista e professore di Diritto Costituzionale all’Università di Girona e presidente dell’Osservatorio per i Diritti economici, Sociali e Culturali (DESC) che ci sta aiutando a creare una commissione internazionale a sostegno dei prigionieri politici Mapuche.

Per maggiori informazioni: http://www.beatrizaurora.net

Traduzione dalle spagnolo di Thomas Schmid. Revisione: Silvia Nocera