Bloc-News eventi e fatti in Sicilia a cura di Toni Casano

FUORI DAL CARCERE DANA !!! – APPELLO UDI – Palermo Onlus: «LOTTARE PER LA SALVAGUARDIA DI UN ECOSISTEMA NON È UN REATO»

Ancora una volta, come nel caso di NICOLETTA DOSIO, tradotta nel carcere delle Vallette all’età di 73 anni la sera del 30 dicembre 2019, si condanna un corpo di donna a due anni di reclusione -per non chiudere sull’annoso collegamento ferroviario Torino-Lione ridotto ormai a una faccenda di ordine pubblico.

E ancora una volta, come Nicoletta Dosio, DANA LAURIOLA, trentottenne,  alla notizia di una pena detentiva durissima, due anni di carcere, reagisce con dignità e fermezza riaffermando il senso della lotta No Tav e di ogni lotta sociale. Dana Lauriola è stata condannata per aver partecipato a una manifestazione del 2012 presso il casello autostradale Torino-Bardonecchia.

Quale crimine avrebbe commesso? Quello di aver spiegato con un megafono agli automobilisti che transitarono per pochi minuti senza pagare il pedaggio alla Sitaf, società di gestione dell’A32, le ragioni dell’apertura forzata del casello e di aver così arrecato un danno economico di pochi euro.

Dana lotta da quindici anni per la salvaguardia ambientale della Valle di Susa e appare quanto meno sconcertante e incomprensibile la decisione del Tribunale di Torino di negarle ogni forma di pena alternativa al carcere. Apprendiamo fra l’altro dagli organi di stampa nazionali che nella vita Dana coordina uno storico servizio torinese a favore  delle/dei senza dimora, quelli/e che non hanno voce neppure in tempi di pandemia, e si prende cura del loro reinserimento sociale.

Allora perché tanto accanimento? perché il Tribunale nega le misure alternative richieste? Perché Dana continua a abitare a Bussoleno e la sua vicinanza con i luoghi della protesta No Tav comporterebbe il rischio che possa commettere nuovi reati.

Ma diamo la parola alla stessa Dana che così scrive nella sua pagina social: “Uno dei motivi per cui vado in carcere, scritto nero su bianco, è che non mi sono dissociata dalla lotta No Tav, l’altro è che ho continuato a vivere in Valle di Susa. Sono tranquilla per tutte le scelte che ho fatto in questi anni, ho amato la valle e la lotta No Tav per oltre quindici anni e continuerò a farlo anche se fisicamente lontana…”.

In una fase storica di estrema urgenza, davanti a una “minaccia esistenziale” dovuta alla crisi più grave che l’umanità si sia trovata ad affrontare – come continuano a ribadire Greta Thunberg e milioni di ragazze/i nel mondo – davanti alla pandemia, pare che in Italia la preoccupazione maggiore sia continuare a tenere aperto, con grande spreco di denaro pubblico, un cantiere come quello Tav e criminalizzare e reprimere le donne e gli uomini della Valle di Susa che per decenni hanno lottato e continuano a lottare per la salvaguardia del loro ecosistema.

Noi siamo di parte, dalla parte di Nicoletta allora, dalla parte di Dana ora. Dopo la notizia della condanna, all’alba di giovedì 17 settembre per Dana è scattato l’arresto: mettere in galera per le idee che si professano è un’indecenza intollerabile per ogni democrazia.

Con la consapevolezza che il ricorso alla repressione non costituisce una risposta politica alla giusta e motivata protesta di un territorio, chiediamo immediata libertà per Dana Lauriola.

LIBERTÀ per DANA equivale per noi donne ad aver cura della nostra DEMOCRAZIA, un bene estremamente fragile, che siamo fermamente decise a custodire.

Firma la petizione su https://www.change.org/

 

UN “OSSERVATORIO PER IL DIRITTO ALLA CITTÀ” A PALERMO sede provvisoria presso Mediterraneo di Pace (via La Loggia, 5)

Nell’ultimo periodo fenomeni dolosi e “naturali”, prima la bomba d’acqua (che ha provocato l’alluvione del 15 luglio scorso) e successivamente gli incendi nelle zone limitrofe (provocando la devastazione di un importante polmone verde dell’intera area metropolitana), hanno messo a nudo le debolezze del tessuto urbano della città: “In un periodo in cui la salute, le relazioni sociali e le città in generale sono già minacciate dalla pandemia di Covid-19 – scrivono i promotori dell’Osservatorio nel manifesto costituente –, gli eventi climatici e gli incendi devastanti stravolgono l’assetto dei nostri territori e mettono a dura prova la convivenza uomo-natura” .

Per i cittadini palermitani quanto è accaduto quest’estate non rappresenta affatto un evento a sorpresa, “siamo ormai abituati ad assistere ad eventi di questo genere, ma l’abitudine non li può normalizzare: una città deve essere sicura e accogliente, non può spaventare e far soffrire”. Questo l’allarme lanciato dal costituendo Osservatorio, il quale non vuole puntare semplicemente le lenti grandangolari sul territorio per monitorarne le disgrazie, ma vuole incidere sui processi partecipativi e gestionali per la messa in sicurezza della Città, un diritto proprio della cittadinanza – stanziale o temporanea – che l’urbe attraversa in lungo e in largo. Ecco perché, stimolati dalle istanze emerse nel corso di una assemblea pubblica davanti al Municipio, l’Osservatorio si propone di fare incontrare i cittadini ed elaborare insieme un progetto alternativo al modello dominante di sviluppo e a “pensare azioni concrete per la messa in sicurezza dei territori e migliorare la qualità della vita di tutti”.

Dagli incontri preparatori, avvenuti nella fase costituenda dell’Osservatorio (iter ancora aperto alla partecipazione di altri soggetti), v’è stata una convergenza sostanziale sulla necessità di rimuovere le causalità (a cominciare dalla cementificazione) che inducono, con sempre maggior frequenza, alla violenta deflagrazione e di questi “fenomeni naturali”. Pertanto coniugare ecologia ed economia dentro una prospettiva di sviluppo resiliente: “La questione ambientale è strettamente correlata alla qualità della vita e alla vivibilità stessa delle città, il ripensamento di questi rapporti deve essere alla base dei nostri ragionamenti unito alle tematiche sociali e culturali che si danno dentro le città e che mettono in relazione tutti i cittadini”.

 

TEST SIEROLOGICI GRATUITI – Ambulatorio di Quartiere BorgoVecchio
L’ambulatorio popolare Borgo Vecchio è, da sempre, al fianco di chi vive e lavora nello storico quartiere. “In un periodo così duro dal punto di vista economico, sociale e sanitario – a scrivono gli animatori – non vogliamo tirarci indietro”. Oggi, grazie ad una campagna di solidarietà [ videos ], l’ambulatorio è in grado di fornire test sierologici per Covid-19 alla popolazione residente del Borgo Vecchio e a chi vi opera e lavora.

Il numero di test disponibili è, ovviamente, limitato ma comunque sufficiente a coprire le esigenze di tanti e a fornire un quadro della situazione sanitaria del quartiere.

Pertanto invitano i residenti di qualsiasi età, i lavoratori della scuola, educatori e operatori dell’infanzia e i lavoratori delle altre categorie a contattare la sede del Centro Sociale Anomalia, via Archimede 1 (o chiamare al 3381962258 Giorgio, ore 11.30 – 13.30) per prenotare il test sierologico e, successivamente, recarsi al Centro per l’effettuazione dell’esame in maniera del tutto gratuita da parte dei sanitari dell’ambulatorio popolare. È importante segnalare che in caso di risultato “positivo” sarà necessario attivare il corretto percorso sanitario attraverso un nuovo test di verifica presso apposito laboratorio e, in caso di conferma, con la presa in carico della persona da parte dell’Asp di Palermo.

Infine, dall’ Ambulatorio di Quartiere BorgoVecchio comunicano che dalla prossima settimana riprenderanno anche le visite ginecologiche gratuite presso il Centro Anomalia (per prenotare la visita per martedì 22 settembre a partire dalle ore 16 chiamare al numero 3281940806)

ZEN BOOK FESTIVAL – progetto «Ogni quartiere è un libro» Palermo – Oggi dalle ore 11.00 – Giardino di via Primo Carnera

La manifestazione, organizzata da “Laboratorio Zen Insieme”, “Dudi libreria per bambini e ragazzi” e “Giufà: Biblioteca dello Zen”, è iniziata giovedì 17 sett. con l’inaugurazione straordinaria al Parco della Salute del Foro Italico di Palermo. Oggi chiuderà i battenti con un fitto programma per l’intera giornata (/info-events/). Il Festival è il completamento di un percorso di promozione e diffusione della lettura, avviato nel novembre scorso, che parte dalla periferia e arriva fino al cuore della città attraverso eventi speciali: «La lettura è cultura e chiama a raccolta i bambini e le bambine di tutta la città per vivere un’esperienza unica di narrazione e condivisione. Laboratori, presentazioni, tavole rotonde, letture ad alta voce, spettacoli coinvolgeranno ragazzi e ragazze, ma anche adulti e famiglie intere per lo Zen Book Festival, il primo appuntamento letterario realizzato nel quartiere Zen di Palermo”.

NESSUN PONTE SUL DISSESTO: Infrastrutture Utili e Messa in Sicurezza dei territori!

Messina – Sabato 26 Settembre ore 17:00 – Piazza Unione Europea

È IL MOMENTO DI TORNARE IN PIAZZA E IMPORRE UNA POLITICA DELLE INFRASTRUTTURE CHE METTA AL CENTRO GLI INTERESSI DEI TERRITORI E DEI SUOI ABITANTI.

Concentramento in Piazza Unione Europea (Messina) sabato 26 settembre alle ore 17.00.

I soldi del Recovery Fund utilizziamoli per i servizi, le infrastrutture utili e la messa in sicurezza dei territori.

A metà ottobre il Governo dovrà presentare il Recovery Plan. L’immensa liquidità che arriverà dall’Europa corrisponde a una altrettanta massa di debito che dovremo pagare noi e che dovranno soprattutto pagare le giovani generazioni. Su queste risorse economiche si sono avventati i contractor delle Grandi Opere, le rappresentanze politiche che mirano a gestirle in funzione della propria riproduzione, le corporazioni di professionisti strettamente collegate al potere politico.

Facciamo in modo di sottrargli quei soldi. Facciamo in modo che vengano utilizzati per opere utili ai territori e alle popolazioni.

Nei mesi scorsi i nostri territori sono stati colpiti da frane e allagamenti, a dimostrazione dello stato di abbandono in cui versano. Eppure, nonostante le tante tragedie che avrebbero dovuto metterci in allarme, ulteriori cementificazioni e la mancata manutenzione delle città hanno aggravato il rilevante processo di dissesto esistente. Le bonifiche promesse, inoltre, non sono mai partite e non è stato predisposto nessun freno alla crescente desertificazione dei territori. È, d’altronde, ormai evidente che l’urbanizzazione selvaggia sia una delle cause principali della diffusione delle pandemie. Eppure la crisi sanitaria, che è diventata impoverimento per molti settori produttivi, non è servita a far capire alle istituzioni che bisogna invertire la tendenza e che sia importante migliorare le infrastrutture del territorio piuttosto che finanziare opere che accentuano desertificazione e abbandono dei centri minori e proseguire nella sciagurata politica delle spese militari che sottraggono risorse a quelle sociali, oltre a essere dannose.

Serve una grande mobilitazione popolare che dica dove vanno indirizzati gli investimenti, che dica cosa è utile.

Serve una presa di coscienza collettiva affinché la grande mole di liquidità a debito che tanto viene sbandierata non sia utilizzata per gli interessi di pochi. Tocca a noi conquistare le risorse per offrire un futuro alla nostra terra e ai suoi figli.

Vogliamo strade, ferrovie, messa in sicurezza dei territori dal rischio sismico e idrogeologico; vogliamo la cura delle città, le bonifiche, scuole sicure per i nostri figli, abitazioni per tutti; vogliamo una sanità pubblica che ci protegga. Non vogliamo Grandi Opere inutili e devastanti.Nessun Ponte sul dissesto. Basta spreco di risorse in studi e progettazioni.

Chiamiamo a raccolta il popolo No Ponte, un popolo che ha riempito per dieci anni le strade di Messina e Villa San Giovanni.

È il momento di tornare in piazza e imporre una politica delle infrastrutture che metta al centro l’interesse dei territori e dei suoi abitanti.

Concentramento in Piazza Unione Europea (Messina) sabato 26 settembre alle ore 17.00.

Rete No Ponte [ events ]

CONTRACCEZIONE PER NON ABORTIRE, ABORTO SICURO PER DECIDERE!

Palermo – Domenica 27 Settembre, ore 18:00, Teatro Massimo (Piazza Verdi)

Le donne di Non una di meno – Palermo i nvitano tutte le donne palermitane a partecipare all’iniziativa di domenica 27 pv : “Attraverso la distribuzione gratuita di contraccettivi e di materiale informativo – annunciano da NUdM –, torneremo in piazza per parlare di aborto e diritto alla salute per le donne!” La manifestazione si ricollega idealmente alla Giornata internazionale per l’aborto sicuro, gratuito e garantito che vedrà il 28 settembre protagoniste, nella maggior parte delle città, le donne di ogni angolo del pianeta.

“ In Italia i dati relativi alle interruzioni volontarie di gravidanza sono allarmanti; frutto di una delle contraddizioni che la stessa legge 194 porta in sé, l’obiezione di coscienza, e della mancata applicazione di parti fondamentali della legge che riguardano la sfera della prevenzione”. Dall’analisi impietosa la NuDM di Palermo fa emergere un dato drammatico.
“Le percentuali di medici obiettori negli ospedali parlano chiaro: la libertà di scelta delle donne è sotto attacco, non contemplata dal sistema patriarcale in cui viviamo”. Nel particolare siciliano, aggiungono, “il tasso di obiezione di coscienza medio è all’87%, ciò significa che quasi 9 medici su 10 nell’isola sono obiettori, con picchi che arrivano al 97% della città di Messina”.

Ancor più preoccupante è la situazione relativa all’aborto farmacologico (pillola RU486), un intervento quasi sconosciuto e poco praticato dalle donne. Si tratta di un metodo interruttivo della gravidanza “meno invasivo di quello chirurgico” e che solo nel nostro Paese è previsto “l’obbligo di ricovero in ospedale per 3 giorni e il limite alla 7° settimana di gestazione, condizioni che lo hanno reso meno accessibile”. Ma, come sottolineano le donne di NUdM, nello scorso mese il Consiglio Superiore di Sanità, pubblicando le nuove linee guida, “ha annullato l’obbligo di ricovero per l’assunzione della pillola Ru486 e ha allungato il periodo in cui si può ricorrere al farmaco fino alla 9° settimana di gravidanza. Tali direttive non sono però ancora operative.
Soltanto pochi giorni dopo delle nuove linee guida emanate dell’ISS sull’uso della RU486, il comune di Marsala si è espresso per cambiare la denominazione del registro dei prodotti abortivi in registro dei bambini mai nati , quasi a ricordarci che dopo ogni conquista supportata da dati scientifici le donne debbano essere attaccate su un piano etico e morale”.
Infine la nota sull’applicazione della legge 194 nell’isola: viene completamente disattesa anche riguardo la gratuità della  #contraccezione  che non viene garantita dalla Regione Sicilia e riguardo al ruolo dei consultori sul territorio. La disponibilità di contraccettivi gratuiti è condizione necessaria per assicurare il diritto alla procreazione responsabile, con ricadute importanti sulla salute delle donne”.

In occasione della Giornata internazionale dell’aborto sicuro Non una di meno – Palermo , dato lo state dell’arte sull’applicazione del diritto delle donne, ha pertanto deciso di occupare lo spazio pubblico parlando di contraccezione, aborto e diritto alla salute per le donne. Obiezione di coscienza, contraccezione non gratuita, smantellamento dei consultori sono tutti dispositivi che colpiscono la libertà di  #autodeterminazione  delle donne soprattutto le precarie, le più povere, le giovani e le migranti.
Organizziamoci per riconquistare i nostri  #spazi  di libertà!

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