In questo periodo tutti abbiamo iniziato a capire cosa s’intende per resilienza, resilienza per le difficoltà quotidiane, resilienza di fronte a un grande dolore, resilienza per questo trauma globale che stiamo vivendo. È un esercizio quotidiano riorganizzare le nostre vite senza avvilirsi o deprimersi. I nostri comportamenti, dunque, devono adattarsi a qualsiasi condizione, devono diventare flessibili, liquidi. Ora bisogna essere come l’acqua che si adatta a qualsiasi recipiente. È necessario che diventiamo acqua, acqua nel bicchiere, acqua nella bottiglia, acqua nel vaso. La forma dell’acqua.

Ieri è finita la bombola del gas mentre stavo cuocendo le verdure per pranzo. Normalmente niente di tragico, ma all’improvviso mi sono resa conto come i piccoli inconvenienti della vita quotidiana prima della quarantena, adesso si sono trasformati in un’enorme difficoltà. Qualche anno fa ci era già successo, ma era bastato prendere la pentola, attraversare la piazza e finire la cottura nella casa dei vicini con una bella chiacchierata. Terminato il pranzo, poi con calma siamo andati a comprare la bombola.

In quarantena non si può.

Non si può perché è più utile per tutti rispettare le regole, piuttosto che non farlo. Dove vendono le bombole non rispondono al telefono e allora che si fa? Attimi di confusione, devo risolvere questa cosa! Decido di lasciare le verdure a mollo, finiranno di cuocersi con l’acqua che è ancore calda. Solo il giorno dopo abbiamo cercato il punto vendita più vicino alla nostra casa, perché queste sono le indicazioni date dal governo. Alla fine uno solo è uscito a comprare la bombola, avendo con sé un’autocertificazione firmata, spiegando il motivo per cui si stava in giro in auto. Ecco cosa è diventata una semplice incombenza in tempo di quarantena!

A volte è scomodo, spiacevole per tutti noi riconoscere la nostra fragilità in questo nuovo stile di vita. Ogni persona ha i propri punti deboli che normalmente durante la solita quotidianità vengono compensati silenziosamente, ma ora escono fuori per qualsiasi sciocchezza, sorprendendoci all’improvviso e facendoci male. Allora in questi momenti entra la nostra capacità di diventare acqua, di riorganizzare la nostra vita, di riconoscere le nostre debolezze e, se ci riusciamo, di superarle con flessibilità.

Siamo come una goccia di rugiada su un filo d’erba, così disse un pescatore dopo che aveva perso tutto durante lo tsunami del 2004. Questa frase mi è rimasta sempre in mente, come non ho mai dimenticato l’impressione delicatamente serena del suo viso. Il ricordo del clima di questa persona mi fa stare bene, mi dà sollievo e pace.

Siamo esseri umani deboli e allo stesso tempo determinati, siamo fragili e allo stesso tempo resistenti. La nostra forza è la capacità di riconoscerlo.

#andràtuttobene