Oggi alle 15.30, in C.so Brunelleschi a Torino, ci sarà un presidio che conferma la forte critica alle politiche applicate ai migranti richiedenti asilo e in attesa di rimpatrio.

Diffondiamo il comunicato del Prinz Eugen:

“Cpr. Maledetto cpr.
Grazie alla circolare ministeriale che ha tolto tutti i telefonini a disposizione dei migranti rinchiusi, le notizie su quel luogo di segregazione sono poche e fumose. Ci saranno i telefoni pubblici, anzi il telefono visto che è 1 per area, ma con un budget di 2,50 al giorno in cui far rientrare schede (a loro ne viene data 1 da 10 euro), tabacco, cose personali, né va da sé che la tanto decantata GARANZIA di poter comunicare, esista solo sulla carta. A loro non è dato neanche accesso ad un computer per poter utilizzare social media (avete presente i costi di una telefonata intercontinentale!) per comunicare. Ma neanche per rimanere informati su ciò che accade.
Per effetto corona virus sembra siano rallentati gli ingressi, mentre i rimpatrii continuano a ritmo spedito.
Ormai la struttura, che a fine dicembre era stata praticamente trasformata in un mucchio di detriti, è quasi tutta in utilizzo. Sulle 6 aree +zona punitiva ospedaletto, risultano chiuse solo più 1 area e 3 celle/stanza di un altra.
I reclusi sono un centinaio.
Quindici giorni fa più o meno, c è stata l ennesima protesta con accensione dei fuochi. Cause a noi ignote, ma facilmente immaginabili. La vita indegna che si è obbligati a vivere dentro, la opposizione ai rimpatrii coatti… Una di queste, tutte.
Oggi pomeriggio (sabato 7 marzo) dalle 1530 si svolgerà alle mura cpr di C.So Brunelleschi un presidio, convocato dalla assemblea No Cpr del Gabrio.
Intanto in tempi di Corona virus panic ok panic, a quanto pare nelle strutture detentive è vietato ammalarsi. Si chiudono scuole, musei, vietate assemblee ma la promiscua vita da recluso prosegue senza dubbio. D’altronde, soprattutto nel caso dei CPR, gestiti da privati per guadagno, sarebbe come chiudere una fabbrica. Un altro di quei luoghi dove non ci si ammala. E che infatti funzionano nella normalità.
La raccolta prevista paga le conseguenze di questo periodo di mancata comunicazione con dentro e la limitazione sanitaria. Non so quali decisioni verranno prese, ma ritengo non utile portare (per la prima volta) poco e niente. Avendo anche il rischio di una mancata consegna interna, come avvenne tempo fa quando consegnammo solo abiti. (ottobre).
Avendo gestito quella consegna in maniera approssimativa, non solo gli abiti non vennero subito consegnati. Ma addirittura il cpr li utilizzò come merce di scambio/ricatto con i reclusi.
Ci si vede lì sotto alle 1530, per un saluto virale.
Etciu. Sarà uno starnuto a seppellirli. Uak

Mica che lo stato è schizofrenico. No. No.
CHIUDERE I CPR. TUTTI. ORA
NO AI CONFINI

Prinz Eugen