Circa una dozzina di raid aerei americani hanno colpito, tra ieri e stamani, quattro province nel nord dell’Irak lungo il confine siriano. Dei colpi sarebbero giunti anche a Deir ez-Zor (Abou Kamal) in territorio siriano.

I raid sono stati compiuti tanto da parte di droni quanto da parte di veri e propri caccia F-16.

Primo bilancio degli scontri balistici USA-Irak : 5 morti e 7 feriti

Si tratterebbe di una risposta contro il lancio di quindici missili Katioucha contro la base aerea anglo-americana di Tajji, nei pressi di Kirkouk. In tale operazione sarebbero morti – secondo l’Agenzia di Stampa iraniana PressTV [1] – due militari, uno inglese e l’altro americano, ed un “contractor” americano.

In particolare – secondo quanto riporta il giornale francese “Le Figaro”il Pentagono definisce la rappresaglia [2] come « risposta diretta alla minaccia rappresentata dai gruppi armati sciiti filo-iraniani che continuano ad attaccare le basi che ospitano le forze della coalizione ». Dal proprio canto, il Capo della diplomazia britannica Dominic Raab sostiene la legittimità dell’intervento [3] in quanto « risposta rapida, decisiva e proporzionata ».

Da parte propria, gli iracheni accuserebbero [4] due morti, sette feriti e pesanti danni all’aeroporto in costruzione di Karbala.

L’Irak accusa gli USA di aver simulato l’attacco alla propria base

L’organizzazione Hachd al-Chaabi, indicata dal Pentagono di essere autrice dell’attacco che però non è stato rivendicato da alcuno replica alle accuse : « siamo in guerra contro gli occupanti americani ma non agiamo in maniera dissimulata ».

Al contrario si tratterebbe – scrive ancora l’iraniana PressTV [5] – di un’operazione sotto “falsa flag” quale primo atto di una guerra aperta contro la resistenza irachena. In proposito il Movimento iracheno al-Nujaba invita la popolazione ad « una Resistenza contro i crimini commessi dagli Stati Uniti » [6].

L’emittente irachena Al-Mayadeen [7] scrive che « l’aggressione conduce a un’escalation e al deterioramento della situazione della sicurezza nel Paese ed espone TUTTI a maggiori rischi ».

La Russia disponibile a sostenere l’Irak con i propri missili S-400

Da tempo, l’Irak reclama la propria sovranità e il ritiro delle truppe d’occupazione americane e straniere in genere. Iran, Cina e Russia appoggiano queste richieste tanto che quest’ultima avrebbe pure dato la propria disponibilità a fornire missili S-400 [8] per difendere lo spazio aereo iracheno.

In questa situazione, non sorprendono le allusioni di ieri dell’Ayatollah Khamenei [9] circa un possibile attacco biologico contro l’Iran vestito da “Coronavirus”.

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