Nel corso della prima settimana di marzo, sono stati tagliati almeno 80 alberi nella zona del Bosco la Goccia di proprietà di A2A, società italiana che opera nei settori energia, calore, reti e tecnologie. Gli alberi tagliati appartenevano alla specie denominata populus nigra (comunemente pioppo nero) ed erano stati piantati dalla società d’ingegneria MM a scopo di riforestazione negli anni ’70, a giudicare dal numero di anelli presenti in sezione nei tronchi abbattuti — ogni anello corrisponde ad un anno di vita di un albero. I pioppi avevano quindi circa cinquant’anni, in media un diametro di 70 cm e costituivano un vero e proprio bosco.

Nel Piano di Governo del Territorio di Milano, approvato nel 2019 con il 2030 come orizzonte temporale, si esprime la volontà di realizzare “20 nuovi parchi per Milano, con incremento di aree verdi a Bovisa (da 10% a 50%)” nonché di sostenere il progetto ForestaMI, che si propone di piantare 3 milioni di alberi nella città metropolitana. Queste politiche sono state adottate in risposta alla “situazione di emergenza climatica del pianeta”. L’area che è stata deforestata avrebbe contribuito solo nel 2020 ad assorbire circa 65000 kg di CO2, pari alle emissioni medie annuali di una ventina di automobili, senza contare i benefici in termini di qualità dell’aria, come ad esempio la riduzione di temperatura e ozono. Considerando l’urgenza del problema climatico, abbattere alberi adulti per piantarne di giovani ha un effetto controproducente ed è sintomo di una visione miope e ignorante.

Sempre nel PGT, mentre le aree di proprietà del Politecnico di Milano e del Comune sono indicate come “ambiti per grandi funzioni urbane”, principalmente destinate all’ampliamento del vicino campus universitario, l’area dove è stato distrutto il bosco è indicata come “verde urbano di nuova previsione (pertinenza indiretta)”. Tale dicitura è descritta come “verde finalizzato all’integrazione della rete ecologica di livello comunale e di livello metropolitano”. È quindi sorprendente che nell’area naturale e non inquinata del Bosco la Goccia, dove alberi adulti avevano ormai formato un rigoglioso bosco, si sia deciso di eliminare radicalmente il verde urbano tanto agognato dall’amministrazione milanese.

Oltre che assurda, l’azione di deforestazione perpetrata è da giudicarsi eticamente inaccettabile per l’importanza ecologica del bosco per le zone limitrofe e l’intera città, e illegale secondo il Regolamento d’uso e tutela del verde redatto dal Comune stesso, dove l’abbattimento di alberi è vietato di norma tra marzo e settembre, periodo di riproduzione e nidificazione di uccelli. Il testo cita: “In nessun caso deve venir effettuato l’abbattimento di alberi su cui siano presenti nidi di uccelli”. Già.

Il Comune di Milano declama nella sua Visione del verde che “Milano deve accrescere, tutelare, configurare, creare e recuperare il proprio patrimonio di aree verdi”. Invece, dopo gli alberi tagliati nel parco adiacente a Via Edoardo Bassini, e con il pretesto della confusione mediatica di questi ultimi mesi, si è approfittato per abbattere altre 80 preziose piante. Con i livelli di inquinamento di Milano e le scellerate politiche edilizie che prediligono il cemento, è inaccettabile che l’amministrazione decida di ridurre ulteriormente la già scarsa presenza di aree boschive nell’area metropolitana. I cittadini esigono giustizia.

Chiediamo di firmare questa petizione per salvare il Bosco la Goccia e impedire azioni di questo tipo in futuro.

https://boscolagoccia.net/colpo-basso/