A Lesbo, ad Atene (nel quartiere di Monastiraki) e in altre città greche, migliaia di persone si sono radunate ieri per protestare contro il fascismo e la violenza.

Foto di Stergios Alexiou

Dopo alcune ore di marcia a Lesbo, l’estrema destra ha incendiato un centro per i rifugiati. Negli ultimi giorni si sono verificati episodi di violenza contro persone che esprimevano solidarietà ai rifugiati e agli operatori delle ONG. Maria L., un’operatrice del centro che è stata bruciato, ha inviato la seguente lettera al gruppo NoBorders:

“Sabato 7 marzo persone “sconosciute” hanno dato fuoco alla sede di “One Happy Family”, che da molti anni fornisce un centro comunitario di accoglienza ai rifugiati, permettendo loro di sfuggire al fango di Moria. All’interno del centro c’erano una cucina che preparava migliaia di pasti al giorno e una clinica che forniva assistenza sanitaria ai rifugiati; nel centro venivano inoltre impartite lezioni di inglese e greco.

Nello stesso edificio c’è la “Scuola della pace”, in cui ogni giorno arrivavano centinaia di bambini. Questa scuola è un’oasi, niente a che vedere con le scuole che abbiamo frequentato; i bambini erano ansiosi di imparare e felici di essere educati da tutti noi che lavoravamo là. Durante le feste nazionali non volevano che la scuola chiudesse perché così erano costretti a tornare nelle tende di Moria, senza elettricità, senza giocattoli e senza speranza.

Sono una filologa che non è riuscita a trovare lavoro nel sistema scolastico pubblico greco o nel settore privato. Ho potuto insegnare per la prima volta attraverso una ONG e sono sicura che questi bambini hanno bisogno di me, perché imparando il greco sentono di non essere poi così diversi dagli altri, sentono di poter essere accettati dalla nostra società.

Dopo tutti questi anni in cui gli operatori delle ONG hanno sopperito alle carenze dei governi a tutti i livelli (istruzione, assistenza sanitaria, alimentazione e accoglienza) è una vergogna prenderli di mira solo perché hanno scelto di fare la cosa giusta: lavorare nel settore umanitario in un luogo e in un tempo in cui questo è necessario, se vogliamo chiamarci esseri umani.

Chiunque creda di spaventarci bruciando le scuole farà meglio a pensarci due volte! Seguono le orme di Hitler, quando bruciava i libri nelle piazze. Continueremo a stare vicini ai perseguitati. Continueremo a fornire istruzione a chi ne ha bisogno.

VINCEREMO IL FASCISMO!”

Maria L., operatrice di One Happy Family a Lesbo

One Happy Family – Community Center, Lesvos