Quattro anni dopo l’assassinio di Berta Cáceres, diverse organizzazioni nazionali e internazionali si sono riunite al centro di formazione Utopia, la sede del Copinh (Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras) a La Esperanza, Intibucá, per chiedere giustizia per la leader indigena. “Vogliamo continuare ad approfondire la lotta di Berta Cáceres e accompagnare le lotte dei territori in difesa dell’acqua. Questa commemorazione è dedicata alla lotta per le acque di tutto l’Honduras”, ha detto a Radio Progreso Berta Zúniga, figlia di Berta Cáceres e attuale coordinatrice generale del Copinh.

Il 2 marzo 2016 Berta Cáceres, fondatrice e coordinatrice del Copinh, è stata assassinata nella sua casa, dove si è anche attentato alla vita dell’attivista messicano Gustavo Castro. Quattro anni dopo il suo omicidio, la richiesta è sempre la stessa: giustizia contro i mandanti dell’assassinio e annullamento dei progetti estrattivi che mettono in pericolo l’esistenza dei popoli indigeni dell’Honduras.

Molte irregolarità

La famiglia Cáceres e il Copinh hanno denunciato durante il processo ripetute irregolarità nello sviluppo del caso, sia da parte della Procura che da parte del Tribunale.

Il Centro di giustizia e diritto internazionale Cejil si unisce alle voci che chiedono giustizia per l’omicidio di Berta Cáceres. Il direttore di Cejil, l’avvocato Claudia Paz y Paz, ha denunciato come l’Honduras continui ad essere un paese pericoloso per chi difende i diritti umani: “Stiamo aspettando il processo di uno dei mandanti, David Castillo, ma non è stato ancora chiarito chi ha costituito il resto della struttura criminale che ha pianificato e ordinato l’omicidio di Berta Cáceres. Stiamo parlando di uomini d’affari che lo hanno fatto per mettere a tacere la sua voce e per sgominare la sua lotta contro l’installazione della società idroelettrica Agua Zarca”, ha detto Paz y Paz.

L’avvocato della famiglia Caceres e del Copinh, Rodil Vasquez, ha denunciato il fatto che i tribunali hanno escluso dal processo alcuni membri della squadra dell’accusa dopo che erano state presentate prove contro i banchieri partner della compagnia DESA come mandanti del crimine di Caceres. Da parte sua, Cejil si è rammaricato del fatto che la concessione sul fiume Gualcarque sia ancora in vigore nonostante siano state dimostrate in diversi procedimenti penali tutte le irregolarità legate a un’autorizzazione anomala e illegale. 

Fonte di ispirazione

Secondo Juana Esquivel della Fondazione San Alonso Rodríguez de Tocoa, nel dipartimento di Colón, lo spirito e la lotta di Berta Cáceres danno la forza necessaria per andare avanti e continuare a guidare la lotta in difesa dei beni comuni a Colón. “Berta è una sorella della lotta della regione del fiume Aguán. La sua lotta è stata molto stimolante per il suo impegno, l’amore per il suo popolo e tutta quella visione integrale che aveva della lotta contro il capitalismo, contro il patriarcato. E’ una forza che ci accompagna e ci ispira a continuare a difendere i beni comuni”, ha dichiarato Juana Esquivel a Radio Progreso.

Esquivel ha detto di essere consapevole che se Berta Cáceres fosse viva, li incoraggerebbe e si unirebbe alla lotta in difesa delle comunità e dei prigionieri politici attualmente incarcerati per aver difeso l’acqua e la vita. “Credo che Berta ci direbbe di mantenere sempre la nostra dignità e la forza della nostra lotta e di non arrenderci. E noi non ci arrenderemo, con la stessa forza ispiratrice di Berta e Carlos Escaleras continuiamo nell’Aguán a lottare per la liberazione dei nostri territori e dei nostri compagni”, ha detto Esquivel.

Campo minato

Berta Cáceres, vincitrice del premio Goldman 2015 per il suo lavoro ambientale, è stata assassinata nonostante la Commissione Interamericana per i Diritti Umani (IACHR) avesse chiesto allo Stato honduregno misure precauzionali per proteggere la sua vita. “Purtroppo il record dell’Honduras riguardo ai difensori della terra, dei territori e dell’acqua dimostra che è uno dei paesi più violenti dell’emisfero”, ha detto la direttrice di Cejil, Claudia Paz y Paz. Berta Zúniga è convinta che territori liberi, un paese con giustizia e un paese con democrazia sarebbero la più grande azione di giustizia per Berta Cáceres e la sua famiglia. “E per questo dobbiamo lavorare in un processo più ampio del Copinh, che metta insieme tutte le comunità e le organizzazioni che continuano a resistere”, ha detto Zúniga.

Traduzione dallo spagnolo di Federica Paganelli