Con l’esplodere dell’epidemia dovuta al coronavirus si leggono molti commenti, anche autorevoli, che suonano, semplificando molto, “Tanto scalpore per il coronavirus mentre non si fa nulla per l’emergenza climatica ambientale, che provoca decine di migliaia di vittime precoci”; quando non si citano, certo comprensibilmente, i morti sul lavoro, o per altre epidemie che imperversano nei paesi poveri (ma non vedo molto citate le vittime delle guerre!). Collegamenti che come logica mi ricordano un po’ il classico “Piove governo ladro”.

Non che i nessi non esistano, ma a mio parere vengono spesso richiamati a sproposito, o si perde l’occasione per denunciare collegamenti ben più sostanziali, ancorché meno evidenti: ma a questo dovrebbero servire le denunce. Cerco di articolare le mie opinioni.

Intanto, denunce di questo tipo (che certo ho brutalmente semplificato) rischiano di sminuire un’emergenza reale (prescindendo dalla validità dei provvedimenti dei governi, sui quali non ho le competenze per pronunciarmi), che a mio parere ha nessi dubbi con gli eventi ambientali, e comunque ancora non chiari. Vedo anche una dose di mancanza di rispetto per coloro che sono colpiti dal virus (fra i quali vale la penna ricordare, non perché sia più importante di altri ma perché ci riguarda, Luis Sepulveda, sul cui stato non riesco a trovare notizie recenti), in qualche modo suona “I problemi sono altri”. Per non parlare delle barzellette che circolano, che sono addirittura di cattivo gusto.

Certamente vi è anche chi, più propriamente, richiama il fatto che il riscaldamento globale provoca anche un aggravamento delle aggressioni virali, della stessa variabilità dei virus. Ma nel denunciare questo collegamento giustissimo si fa… “di ogni virus un fascio”, trascurando la specificità del 2019nCoV e della sua insorgenza, che richiede tutt’altri approfondimenti per la quale rimando alla mia discussione, https://www.pressenza.com/it/2020/02/la-pandemia-prossima-ventura/. E si perde, soprattutto, l’occasione per denunciare rischi che si affiancano, ma non si identificano, con l’emergenza climatica e non sono meno minacciosi: ma qui vedo lacune macroscopiche della consapevolezza delle minacce globali che ci sovrastano, e che i media ovviamente occultano insistendo invece sul tema delle emissioni di CO2 legittimando così le operazioni di greenwashing, più propriamente di green-business.

In primo luogo si trascura la specificità-novità di questi virus e della loro insorgenza, il fatto che negli ultimi 25 anni numerosi “nuovi virus” sono emersi da serbatoi naturali (animali) e in alcuni casi è stato giustamente lanciato un allarme pandemico: come è avvenuto negli anni 1997-2002-2005 per il virus dell’influenza aviaria (orthomyxovirus), nel 2002-2003 per il coronavirus SARS[1], nel 2009 per il virus triplice ricombinante dell’influenza suina proveniente dal Messico[2].

Se un collegamento con le manomissioni dell’ambiente c’è, si tratta però di un’origine e di una minaccia specifiche, la cui gravità viene banalizzata o addirittura distorta se si assimilano tout court al riscaldamento globale, in particolare al problema delle emissioni climalteranti. Se il dissennato ricorso ai combustibili fossili è un aspetto dello sfruttamento sfrenato delle risorse terrestri per fini di profitto, la manipolazione della frontiera estrema del codice genetico dei viventi – la genofera che è il risultato dell’evoluzione biologica naturale – per gli stessi fini di profitto sfrenato è un aspetto largamente sottaciuto ma dalle conseguenze non meno allarmanti.

Non sto a ripetere le considerazioni del mio articolo che ho citato, ma ne richiamo il senso di fondo. Gli sviluppi delle tecniche di manipolazione genetica sono in grado di creare in pochi minuti milioni di particelle virali che non sono mai esistite in 4 miliardi di anni di evoluzione biologica naturale della vita, per le quali quindi i viventi, in particolare la specie umana, non ha difese immunologiche. Queste tecniche sono ormai standard, di routine in migliaia di laboratori di tutto il mondo, anche di piccole dimensioni, con strumentazione e reagenti reperibili sul mercato. Questi sviluppi sono mossi dai colossali interessi del sistema di Big Pharma. Non è necessario avanzare ipotesi complottiste sulla possibile origine dei nuovi virus in laboratori di aggressivi batteriologiche, anzi tali ipotesi possono essere fuorvianti rispetto al problema che queste manipolazioni cancellano il confine fra applicazioni “buone” e “cattive”, militari, delle manipolazioni genetiche, la guerra è fra noi con la minaccia della circolazione di miliardi particelle virali ingegnerizzate aliene.

Gli sviluppi estremi delle biotecnologie rappresentano l’ultimo stadio della mercificazione della Natura. “Il progetto degli scienziati e delle corporations biotech di mettere le mani sul codice stesso della vita, per correggerne i “difetti” e giungere ad una nuova creazione “perfetta”, diviene un vero delirio di onnipotenza: da progetto di bio-dominio globale rischia di trasformarsi in una global-bio-war combattuta da un nemico infinitamente sfuggente, elusivo, pervasivo, un esercito di organismi geneticamente modificati che, messo a punto in migliaia di laboratori, distribuito in ospedali, farmacie, supermercati e mercati dei sei continenti, sta colonizzando il pianeta[3].

Ecco, l’occasione, e l’approccio corretto ed efficace, per collegare l’emergenza climatica con l’epidemia in corso sarebbero a mio parere questi.

[1]      . “I pipistrelli e l’origine del virus della SARS”, Le Scienze, 1 dicembre 2017, https://www.lescienze.it/news/2017/12/01/news/virus_sars_pipistrelli_cina_ricombinazione_genetica-3775712/.

[2]      . “Coronavirus: Le proposte SIMA e Cattedra UNESCO per una rapida strategia sanitaria”, 6 marzo 2020, circolato in molte testate, https://www.italia-news.it/coronavirus-le-proposte-sima-e-cattedra-unesco-per-una-rapida-strategia-sanitaria-17896.html.

[3]      . Ernesto Burgio, “Bioterrorismo e Impero Biotech, armi biologiche e guerra (infinita) al pianeta”, Mosaico di Pace, 2010, https://www.mosaicodipace.it/mosaico/a/32122.html