L’ultimo terremoto avvenuto nella città di Elazig, qualche giorno fa, ha ancora una volta messo alla luce del sole il sistema di corruzione-clientelismo e fondamentalismo che caratterizza il disegno politico ed economico che governa la Turchia da circa 20 anni.

Una deriva sessista

In questi giorni nei media italiani si parla spesso della proposta legislativa presentata da parte dei parlamentari della coalizione di governo. “Matrimonio riparatore” è la descrizione più breve ed efficace che si potrebbe utilizzare per raccontare lo spirito di questa oscenità. In breve: gli autori di violenze sessuali contro le donne possono uscire dal carcere sposando la propria vittima, evitando così la condanna, a patto che la differenza di età tra i due sposi sia minore di 10 anni. 

Si tratta di una proposta legislativa già presentata al parlamento nazionale nel 2016. Essa ricevette la forte reazione delle opposizioni e scatenò proteste in piazza. Oggi, nonostante la contrarietà anche del mondo dell’associazionismo impegnato nella lotta per i diritti delle donne e contro la violenza sessuale, la coalizione di governo ripropone la stessa torta.

Senz’altro il partito principale della coalizione, ossia Partito dello Sviluppo e della Giustizia (AKP) ed il suo leader, nonché Presidente della Repubblica, appartengono a una cultura fondamentalista e sessista. Per questo una proposta di questo tipo non è aliena dalla sua linea ideologica e non è il primo tentativo d’introduzione di un cambiamento così radicale e negativo. Tuttavia va sottolineato quanto limitato sarebbe identificare l’attuale Presidente della Repubblica come unico autore di questa proposta legislativa, e il suo partito come l’unico ideatore delle politiche di fondamentalizzazione della società. Sarebbe una conclusione molto riduttiva, che impedirebbe di vedere il quadro reale. Occorre invece tenere in considerazione anche l’influenza di altre dinamiche politiche, economiche e culturali, cosa che purtroppo al giorno d’oggi non fanno i media italiani.

Un terremoto economico, politico e culturale

Volgendo invece lo sguardo allo scandalo emerso in seguito al terremoto di qualche giorno fa, si capisce come la Turchia sia fortemente sotto il controllo di una cultura economica e politica corrotta e fondamentalista, basata su clientelismo e saccheggio.

Celal Eren Çelik, del portale di notizie Gazzetta9, il 29 gennaio ha pubblicato un interessante articolo a riguardo. Il giornalista sosteneva che, l’azienda gestore gas metano domestico ad Ankara, avesse effettuato una sostanziosa donazione alla Mezzaluna Rossa con l’obiettivo di sostenere i lavori di una fondazione culturale-religiosa. L’azienda, oltre a sfruttare un forte sgravio fiscale, in questo modo avrebbe sostenuto una fondazione molto discutibile. 

Iniziamo a conoscere meglio gli attori di questo scandalo.

Baskentgaz

L’azienda energetica della capitale si chiama Baskentgaz. Nel 2007, grazie a un cambiamento legislativo, l’ex sindaco di Ankara è stato invitato a indire una gara per privatizzare l’ente gestore del gas. La prima gara, con porte chiuse ai giornalisti, non andò a buon fine. L’azienda aveva un valore di 1,8 miliardi di dollari statunitensi in quel momento. Un anno dopo, nel 2008, ci fu un’altra gara anch’essa senza esito. Il valore dell’azienda scese a 1,5 miliardi USD. Dopo quattro anni, nel 2012, la gara fu vinta dall’azienda Torunlar al prezzo di 1,1 miliardi, risparmiando così 700 milioni di dollari. La Torunlar non ha le mani in pasta solo nel settore energetico: opera anche nel mondo alimentare e in quello edile. Deve il suo successo al governo attuale tenendo in considerazione che è cresciuta in modo sproporzionato in questi ultimi 15 anni.  

Il presidente del consiglio amministrativo, Aziz Torun, figlio del fondatore Osman Torun, è stato compagno di liceo dell’attuale Presidente della Repubblica di Turchia. L’azienda, impegnata con molte costruzioni nelle grandi città del Paese, è conosciuta anche per una serie di morti sul posto di lavoro. Nel 2011 in un cantiere per la costruzione di un centro commerciale a Istanbul morì un dipendente; nel 2012 nella città di Bursa, in un altro cantiere, morì un altro dipendente e rimasero feriti 4 operai. In questo secondo caso fu accertato il fatto che le condizioni di lavoro non soddisfacevano le necessarie misure di sicurezza. Nel 2014 a Istanbul nel cantiere di un residence morì un operaio e secondo i giornalisti che arrivarono sul posto, il direttore del cantiere propose loro di non pubblicare la notizia in cambio di un aumento degli investimenti pubblicitari sui loro giornali. Il giorno dopo alcuni quotidiani ignorarono la notizia. Pochi mesi dopo nello stesso cantiere morirono 10 altri operai sempre per motivi legati alle condizioni di lavoro non a norma. Alcuni operai parlarono con i giornalisti arrivati sul posto e furono di conseguenza licenziati dalla Torunlar nei giorni seguenti. 

Mezzaluna Rossa, patria di evasione fiscale

Questa azienda molto discutibile, Torunlar, è la proprietaria di Baskentgaz dal 2012, ossia l’unica realtà che compra e distribuisce gas in tutta Ankara. Si tratta di una grandissima forza economica. 

Grazie al lavoro giornalistico di Celik si scopre che Baskentgaz fece nel 2017 un’enorme donazione sul conto corrente della Mezzaluna Rossa, 8 milioni di dollari statunitensi. Fin qui sembra che tutto sia nella norma. Però va tenuto in considerazione un dettaglio importante: grazie al regolamento interno, qualsiasi donazione fatta all’organizzazione umanitaria è al 100% esente dalle tasse. Particolarmente nel caso del Baskentgaz sorge un dettaglio chiave: la donazione fu fatta a condizione che la Mezzaluna Rossa destinasse 7,95 milioni di dollari della donazione originale a una fondazione culturale-religiosa, ossia la Ensar. 

Quindi è evidente che Baskentgaz abbia deciso di fare una manovra per evitare di pagare le tasse sull’aiuto economico indirizzato a questa fondazione. Secondo l’esperto di fisco, Nedim Turkmen, si tratta di una grande evasione. Invece secondo il presidente della Mezzaluna Rossa, Kerem Kinik si tratta di “un gesto che evita le tasse ma non evade il fisco”. 

Baskentgaz così indirizza un’enorme somma di denaro alla fondazione Ensar tramite la Mezzaluna Rossa. Secondo la dichiarazione ufficiale dell’azienda energetica l’obiettivo era quello di sostenere le spese per la costruzione di un dormitorio. Infatti la fondazione Ensar, in questi giorni ha comunicato che sta ultimando i lavori per un dormitorio di 12 piani negli Stati Uniti d’America. 

Cos’è la fondazione Ensar? 

Oltre a questa manovra fiscale, anche la storia di questa fondazione è molto importante per comprendere meglio il quadro complessivo. La Ensar nasce nel 1979 con l’obiettivo di realizzare progetti di educazione religiosa rivolta ai giovani. Tra i fondatori e dirigenti ci sono alcuni nomi interessanti.

Uno dei fondatori è Kadir Topbas, l’ex sindaco della città d’Istanbul eletto con il partito AKP. Un altro fondatore è Omer Dincer, successivamente diventato il Ministro dell’Istruzione. Anche Feyzullah Kiyilik è uno dei fondatori dell’Ensar nonché ex sindaco del municipio di Bagcilar a Istanbul, in seguito anche parlamentare nazionale eletto sempre con l’AKP. Ahmet Misbah Demircan, ex sindaco del municipio di Beyoglu a Istanbul, è uno dei membri del consiglio di amministrazione della fondazione.

Tra i suoi personaggi illustri vediamo anche Ahmet Sisman, uno dei fondatori, nonché ex proprietario del quotidiano nazionale fondamentalista Yeni Safak, famoso per il suo sfrenato sostegno al governo. Invece Ahmet Ozel, l’avvocato della famiglia del Presidente della Repubblica è uno dei membri del consiglio d’amministrazione della fondazione.

Una persona chiave che collega la fondazione Ensar con il gruppo Torunlar (l’azienda che possiede Baskentgaz) è Aziz Yeniay, ex presidente della Commissione dei Lavori pubblici del Comune di Istanbul. Yeniay nell’ultima tornata elettorale non si candidò ed entrò nel consiglio di amministrazione del gruppo Torunlar. Secondo il giornalista Bahadir Ozgur del portale di notizie Gazete Duvar, la new entry Yeniay è conosciuta per i suoi lavori di assegnazione di terreni e donazioni durante il suo incarico per conto della Ensar.

La fondazione riceve sostanziose donazioni da anni. Nel 2009 circa 130 mila USD dall’Ambasciata turca a New York; in questi anni diversi terreni ed edifici sono stati devoluti alla fondazione da parte del Comune d’Istanbul, di vari municipi della città e del Tesoro. 

Questa fondazione così ricca, importante e coccolata ha un protocollo ancora in atto firmato con il Ministero dell’Istruzione con l’obiettivo di realizzare dei corsi presso le scuole pubbliche. Tra le attività “culturali” per bambini della fondazione ci sono “Gare di conoscenza sulla vita del Profeta Maometto”, lezioni sull’Islam, sulla storia del Corano e sui valori morali. 

La fondazione Ensar, in realtà, è diventata molto famosa grazie a uno scandalo scoperto nel 2015. Il quotidiano nazionale Birgun ha diffuso la notizia del fatto che dal 2012 al 2015, nella città di Karaman, presso i dormitori gestiti dalla fondazione sono stati molestati e violentati sistematicamente 45 bambini tra i 9 e 10 anni. Gli istruttori stupratori sono stati processati ma il governo centrale non ha inteso sollevare nessun dubbio sull’integrità della fondazione. La Ministra della Famiglia dell’epoca, Sema Ramazanoglu, di fronte le critiche disse: “E’ successo solo una volta, non ha senso criminalizzare la fondazione”. Nonostante diverse manifestazioni di protesta e vari presidi, il partito al governo non ha accettato la creazione di una commissione parlamentare che portasse avanti dei lavori di ricerca e approfondimento sulla questione. Nel mentre, su Twitter, è diventato trend topic l’hashtag “StopChildRapeinTurkey”.

Dove sono finiti i soldi?

Una volta scoperto lo scandalo fiscale, la fondazione Ensar ha diffuso un comunicato stampa dicendo che i soldi erano impegnati per costruire un dormitorio negli USA per gli studenti provenienti dalla Turchia. Per questo lavoro sarebbe stata utilizzata la fondazione Turken fondata nel 2014 in joint venture con un’altra fondazione, la Turgev. Anche quest’ultima è una fondazione che porta avanti progetti di formazione ed educazione presso le scuole pubbliche in Turchia. La particolarità della Turgev è il fatto che uno dei fondatori sia uno dei figli del Presidente della Repubblica e sia presente una delle due figlie dello stesso Presidente nel consiglio d’amministrazione.

Dopo le dichiarazioni ufficiali della fondazione Ensar, il principale partito di opposizione ha pubblicato un comunicato che ha messo in discussione le parole della fondazione. Secondo Yurter Ozcan, rappresentante del partito di opposizione turco negli Stati Uniti d’America, l’Ensar non ha mai ricevuto una somma del genere. Ozcan racconta così: “Le fondazioni sono obbligate a dichiarare le donazioni che ricevono. Fino al 2018 non risulta che l’Ensar abbia ricevuto una somma del genere”. Inoltre Yurter ha diffuso le dichiarazioni dei redditi della fondazione comunicate al Ministero del Tesoro.

Reazioni popolari

In questi giorni sono state organizzate diverse manifestazioni di protesta per il fatto che la Mezzaluna Rossa si fosse prestata per permettere a un’azienda e a una fondazione di evadere il fisco. In una delle manifestazioni realizzata davanti alla sede centrale di Ankara dell’organizzazione umanitaria, la polizia ha caricato i cittadini e ha preso in detenzione provvisoria 19 persone.

Questo scandalo ancora una volta ci fa capire che in Turchia è fortemente radicata una cultura capillare di corruzione e clientelismo, che riceve un continuo sostegno dal governo. Questo disegno economico oltre a saccheggiare le casse del Paese lavora anche per portare avanti politiche di fondamentalizzazione della società in direzione di una cultura maschilista, violenta e sessista.