Riportiamo e condividiamo parola per parola l’appello che l’amico giornalista ed educatore Daniele Biella ha postato nella sua pagina Facebook:

Che poi non è la prima volta che denuncio questa roba qua. Ma è la prima volta che ci metto una foto, come stanno facendo altri colleghi giornalisti in questi giorni. Perché non so quanti di voi lo sanno, ma il governo italiano ha appena rinnovato il Memorandum Italia-Libia con il quale la guardia costiera libica può respingere i migranti in mare e riportarli in Libia, dove i trafficanti sono pronti a corrompere i funzionari locali per ricomprare quelle persone sfigate e farci altri soldi a suon di botte e ricatti. E perché a fronte di tante denunce di questi anni non cambia nulla, anzi le cose peggiorano.

E allora ecco qui, scusandomi in anticipo con chi verrà urtato da quello che racconto e ho visto con i miei occhi nel settembre 2017 quando ero a bordo della nave Aquarius: tra le persone salvate, un ragazzo, sorretto da due dottoresse, che non riesce a camminare perché nei suoi piedi sono incisi profondi segni di accetta, perpetrati dai suoi aguzzini quando era recluso in Libia; e una ragazza, distesa stremata in basso a destra, che già sul gommone prima di essere issata a bordo non si sorreggeva in piedi, devastata (e qui mi scuso di nuovo) nelle parti intime da chissà quali e quanti abomini. Io non avevo mai visto così da vicino orrori del genere e non lo dimentico. Così come non dimentico l’importanza delle cure di chi, a bordo, ha poi loro ridato speranza e voglia di vivere.

Quello che chiedo a voi, a noi, è di non smettere mai di indignarci, di pretendere giustizia, di guardare oltre il nostro orticello perché poi quando le persone arrivano, nel nostro orticello, almeno sappiamo chi sono e da quali macelli fuggono. Nel 2020, cari amici e meno amici, girare la testa dall’altra parte, dire “non sapevo”, o peggio “non mi riguarda”, ci fa diventare talmente complici che ogni specchio dovrebbe rifiutarsi di riflettere la nostra immagine. Io complice non lo voglio essere, non siatelo nemmeno voi. Per favore.