Responsabilità sociale ed ambientale. Questi sono i pilastri su cui ha scelto di fondare la propria attività la Chiesi Farmaceutici, tra le più grandi aziende farmaceutiche italiane, oggi presente in 29 paesi. Una storia di determinazione nel voler investire in Italia e nelle ricerca Italiana ai massimi livelli di qualità, ottenendo anche la certificazione BCorp.

La storia che vi raccontiamo oggi è quella di un’azienda tutta italiana che opera nel campo della farmaceutica: la Chiesi Farmaceutici, che sin dalla sua nascita si è distinta da altre società del settore per le scelte etiche che tutta la famiglia ha voluto portare avanti nel tempo. È stata fondata nel 1935 dal nonno, Giacomo Chiesi, e oggi i discendenti continuano nell’intento di dedicare molta attenzione alle persone, al territorio e alla qualità del proprio operato. 

Ne parliamo con la dott.ssa Maria Paola Chiesi, consigliera di amministrazione e coordinatrice della omonima Fondazione no profit nata nel 2005. Lo stile sobrio, prudente e determinato fanno trasparire la consapevolezza del ruolo e della responsabilità che la famiglia Chiesi si è assunta facendo scelte coraggiose.

L’azienda ha scelto innanzitutto di rimanere in Italia, cioè di pagare le tasse in Italia, cosa per nulla scontata, anche in questo settore. In più si è scelto di investire in ricerca e sviluppo senza ricorrere alla quotazione in borsa ma investendo il proprio capitale con il massimo della trasparenza.

Confrontarsi con le multinazionali ha richiesto una strategia di lunga visione: puntare sulla qualità in settori di nicchia e procedere per piccoli passi. Una strategia rivelatasi vincente, considerato che ora la Chiesi fattura due miliardi di euro l’anno.

Abbiamo realizzato l’intervista presso il Centro Ricerche dell’azienda che, nato una decina anni fa, è la dimostrazione che anche in Italia si può fare ricerca. Pur essendo presente in 29 Paesi e avendo 6000 dipendenti in tutto il mondo, la Chiesi ha deciso di mantenere in Italia il principale sito di ricerca, insieme a quello produttivo.

Maria Paola ci parla dell’Italia come di un paese dalle condizioni favorevoli perché l’accesso alle cure è gratuito per tutti, al contrario di paesi come gli USA dove il diritto alla salute non è garantito costituzionalmente: «Siamo privilegiati ma la ricerca assorbe molte energie finanziarie; i nostri migliori vanno all’estero. Bisognerebbe investire maggiormente sulla qualità delle cure, supportando con orgoglio la ricerca italiana; questo dovrebbe essere l’obiettivo fondamentale».

Non è un caso che tra le attività filantropiche della Fondazione Chiesi c’è anche quello di incrementare l’avvicinamento dei giovani alle materie scientifiche.

Nel gruppo è molto presente la visione sistemica. Maria Paola Chiesi, infatti, continua a descrivere la società come un sistema integrato in cui ognuno deve fare la propria parte e che per migliorare la qualità delle cure è necessario ascoltare tutti i soggetti interessati, iniziando dai pazienti: i clienti. Già molte azioni sono state intraprese per capire meglio quali siano le reali esigenze della popolazione, oltre il farmaco, ad esempio quali i bisogni dei care givers, quella grande fetta di popolazione, soprattutto femminile, che si occupa quotidianamente di familiari non autosufficienti.

«Va coinvolta anche la comunità medica ed i governi perché abbiamo abbastanza conoscenze scientifiche per poter aspirare ad una vita longeva e felice, non una mera “sopravvivenza”».

Sul lato della sostenibilità ambientale la Fondazione ha traghettato quelle che erano le attività filantropiche, ereditate negli anni, nel percorso di responsabilità sociale d’impresa che ha portato la Chiesi ad avere le più importanti certificazioni di Benefit Impact Assessment. Le BCorp (Benefit Corporation) acquisiscono indicatori di qualità lungo i 5 assi: governance, dipendenti, comunità, ambiente e clienti. «Nel piano strategico di sostenibilità abbiamo coinvolto tutte le filiali con 18 assessment contemporaneamente. Stiamo imparando a valutare le nostre politiche e vogliamo aiutare altri a fare lo stesso e ad acquisire le eccellenze da chi si muove meglio di noi».

Dal punto di vista imprenditoriale l’incontro con la Chiesi Farmaceutici ci ha fatto scoprire una bella storia italiana e di successo. Ma il mondo della farmaceutica è un mondo a sé, un mondo chiuso. È una commistione tra scienza, mercato e politiche di salute pubblica. I farmaci sono una tecnologia importantissima per far fronte a diverse situazioni critiche di salute; altro è il consumismo farmaceutico, il guadagno a qualunque costo e i tentativi di monopolio sulle modalità di cura.

Questa realtà ci fa sperare che anche in questo settore ci siano delle piccole rivoluzioni.

Scritto da: Annalisa Jannone
Intervista di: Annalisa Jannone e Sara Ancorato
Riprese di: Annalisa Jannone
Montaggio di: Paolo Cignini

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