Il collettivo autonomo lavoratori portuali di Genova ha lanciato una mobilitazione in previsione dell’arrivo della nave saudita Bahri Yanbu, che porta probabilmente armi destinate alla guerra in Yemen.

La nave non ha effettuato gli scali previsti per le proteste inscenate in diversi porti europei e dovrebbe arrivare a Genova domenica 16 febbraio, anche se la data potrebbe cambiare. “Ci mobiliteremo il giorno che la nave arriverà a Genova – ha annunciato Riccardo Rudino del Calp – perché quelle navi dal nostro porto non devono transitare. In altre città europee sono bastati pochi striscioni per impedire l’attracco, mentre sulla Bahri c’è un completo disinteresse.”

Per i portuali esiste anche un problema di sicurezza per i lavoratori e le persone: “Anche se grazie alla mobilitazione di maggio la Bahri a Genova non carica più armi, nella sua pancia ci sono armamenti ed esplosivi e questo rappresenta un rischio per i lavoratori del porto e anche per le persone visto che la legge impone che i carichi di armi restino a una distanza di almeno 500 metri dalle abitazioni” ha denunciato José Nivoi.

Il Calp ha inoltre chiesto alla Camera del lavoro di Genova di indire uno sciopero cittadino contro la guerra, ma non ha ancora ricevuto una risposta.

A schierarsi con i portuali è Amnesty international: “Sosteniamo questa lotta perché siamo convinti che nessun lavoratore debba essere costretto a violare i diritti umani e chiediamo al sindacato di indire una mobilitazione. La guerra in Yemen è al momento uno dei peggiori conflitti al mondo, con migliaia civili uccisi e continue e gravissime violazioni dei diritti umani. Per questo Amnesty si è mobilitata in tutti i porti dove attracca la Bahri e per questo saremo presenti anche a Genova quando la nave arriverà” ha spiegato la responsabile per la Liguria Francesca Bisiani.