Ma a cosa serve?

A mantenere la nostra dignità e la sua.

A rompere il silenzio che vorrebbero totale, a ricordare che gli Usa, lo Stato dal quale ci beviamo da decenni film, musica, immagini e sotto il cui “ombrello” stiamo come sotto la chioccia, è lo Stato con la maggior percentuale al mondo di persone in carcere.

Leonard Peltier è uno dei più longevi, ma guida una schiera di 2,2 milioni di persone incarcerate, in gran parte neri, immigrati, latini e chiaramente nativi.

Leonard Peltier giovedì 6 febbraio compirà 44 anni di carcere. La sua storia la raccontiamo ogni volta che possiamo.

Fate girare questo nome, questa storia; la trovate riassunta qui, insieme alle prossime iniziative di solidarietà, ma la trovate anche stratificata come una roccia che ha attraversato le glaciazioni, in rete. Curiosate, cercate e soprattutto chiedete a chi vi è caro: “Ma tu sai chi è Leonard Peltier?”

Se siete a Milano e volete venire nelle prossime serate vi aspettiamo, sennò saremo il 6 febbraio alle 6 di sera davanti al consolato Usa a gridare: “Vergogna”. Se volete che venga a raccontare in un’altra città, scrivetemi alla mail bigoni.gastone@gmail.com.

Ieri alla biblioteca Chiesa Rossa un’importante serata. C’era l’americanista Mario Maffi che giustamente ha ricordato che va tutto bene, ma finché non si fa la rivoluzione tutte queste saranno imprese isolate.

Va bene: iniziamo da dove vogliamo e teniamo lo sfondo chiaro. La rivoluzione. Quale essa sia, come realizzarla, come mantenerla, avremo tempo per ragionarci, l’importante è che tutti i prigionieri politici nel frattempo escano dal carcere…. Abbiamo bisogno di loro.