Il Washington Post ha chiesto ai candidati Democratici alle presidenziali negli Stati Uniti, che si terranno nel 2020, cosa ne pensano del reddito di base e se lo sostengono. Il tema è divenuto molto popolare negli Stati Uniti ed è spesso tema del dibattito televisivo e non solo.

Attualmente i candidati alla presidenza degli Stati Uniti Andrew Yang insieme a Tulsi Gabbard e Marianne Williamson dicono di sostenere con forza la proposta del reddito di base. In particolare Andrew Yang ha fatto della proposta uno dei punti principali del suo programma e  propone un “Freedom Dividend” di 1000 dollari per ogni cittadino adulto. Tutti e tre i candidati, apertamente a favore di un reddito di base, lo giustificano come una misura necessaria vista l’automazione tecnologica, l’aumento delle nuove povertà e dei lavori poveri.

I candidati Juian Castro ed Elizabeth Warren dicono di essere aperti a discutere della proposta. Castro sostiene che “vista l’automazione del lavoro sarebbe necessario sperimentare qualche forma di reddito di base almeno a livello locale per vedere come funziona e che risultati offre”, mentre la Warren sostiene che “andrebbero aumentati i salari e che una forma di reddito minimo andrebbe introdotta contro la povertà”.

Si schierano con il NO Bernie Sanders, Michael Bennet, Joe Biden, Cory Booker, Steve Bullock, Jhon Delaney, Amy Kobuchar  e Joe Sestak. Secondo Bennet un reddito di base “sarebbe troppo costoso e bisognerebbe invece far si che coloro che perdono il lavoro si re-inseriscano nel mercato del lavoro e individuare dei benefici fiscali per le famiglie che hanno figli”. Joe Biden invece rivendica “l’importanza del lavoro sul reddito di base perchè solo il lavoro produce autostima e ti da un posto nella società”, anche se a quanto si apprende Biden sarebbe anche curioso di sperimentare un reddito di base “ma non è ora il momento”. Booker propone di riformare “le tasse in particolare per coloro che lavorano duramente per mantenere le proprie famiglie”. Bernie Sanders invece risponde che “bisogna introdurre lavori decenti con salari decenti e garantire una buona sanità ed una buona pensione” per questo la sua proposta è quella di “un programma federale per il lavoro garantito”. Sestak invece sostiene che i soldi “non dovrebbero essere spesi per un reddito di base”

I candidati invece indecisi sono Pete Buttigieg, Kamala Harris e il miliardario Tom Steyer . Buttigieg sostiene che “bisogna tagliare le tasse alle famiglie e puntare sulla formazione permanente”. Kamala Harris sostiene che il suo “primo impegno sarà quello di offrire opportunità di lavoro per la classe media e che bisogna lavorare sul taglio delle tasse in particolare dei salari”.

 

 

Fonte US Basic Income Guarantee