Due pubblicazioni dell’agenzia di notizie AlainetEl patio trasero e Por la tierra y derechos campesinos: CLOC 25 años, raccontano le sfide che ha di fronte il continente latinoamericano: difendere l’agroecologia, le risorse naturali, il sistema democratico e i processi di emancipazione dagli Stati uniti, dalla destre sudamericane e dalle transnazionali dell’agronegozio.

C’è un nesso tra El patio trasero e Por la tierra y derechos campesinos: CLOC 25 años, due pubblicazioni dell’agenzia di notizie Alainet che meritano di essere lette in questo scorcio di 2019. La difesa del continente latinoamericano, a livello politico e sul versante delle risorse naturali, è messa a dura prova da ingerenze esterne, Stati uniti e transnazionali, ma anche interne, da golpisti di ogni risma che fanno da testa di ponte con Washington e dai signori dell’agrobusiness, spesso in combutta con le grandi imprese nordamericane ed europee.

Por la tierra y derechos campesinos celebra i 25 anni della Coordinadora Latinoamericana de Organizaciones del Campo e lo fa attraverso una serie di piccoli saggi dedicati alla tanto attesa, quanto difficile da realizzarsi, riforma agraria e al buen vivir, sostenendo le proposte dei movimenti contadini (a partire da un nuovo modello di agricoltura sostenibile), consapevole che la strada verso una trasformazione politica, culturale ed economica resta l’urgenza principale per respingere il modello escludente e violento dell’agrobusiness.

Le nuove sfide che dovranno affrontare i movimenti contadini sono illustrate da Diego Montón, esponente della Vía Campesina, a cui la Coordinadora Latinoamericana de Organizaciones del Campo appartiene, sottolineando che, di fronte ai tentativi per mettere a tacere il campesinado tramite l’aumento della proprietà della terra in pochi mani, l’inquinamento provocato dagli agrotossici e la distruzione di milioni di ettari di boschi (il saggio è stato scritto prima degli incendi appiccati in Amazzonia), occorre sostenere e appoggiare i progetti di agroecologia che garantiscono lo sviluppo dell’agricoltura contadina e della sovranità alimentare. I campesinos rappresentano uno dei principali argini all’agronegozio tramite il loro protagonismo nelle lotte sociali.

Fausto Torrez, segretario della Asociación de Trabajadores del Campo (Nicaragua) ed Elsa Nury Martínez, presidente della Federación Nacional Sindical Unitaria Agropecuaria (Colombia), ricordano che fu la rivoluzione artiguista, tra il 1811 e il 1820, a porre le basi per una prima riforma agraria, seguita poi da Simón Bolívar e Francisco Morazán, che consegnarono le terre alle loro truppe, fino al Tierra y libertad di Emiliano Zapata e Pancho Villa. Poi fu la volta della rivoluzione boliviana del 1952 e di quella cubana del 1959: tutte propugnavano l’uguaglianza nell’accesso alla terra. Questo obiettivo resta tuttavia arduo da raggiungere. La terra rimane un obiettivo fondamentale se si vuol superare la discriminazione e quel predominante sistema machista e patriarcale che relega la donna ad un ruolo esclusivamente riproduttivo, senza riconoscerle invece una funzione di primo piano nella tutela dei saperi ancestrali, della biodiversità e di una riforma agraria integrale.

Tra le prime a capirlo sono state le stesse donne protagoniste del feminismo campesino y popular, come racconta Francisca Rodríguez Huerta, presidenta dell’Asociación Nacional de Mujeres Rurales e Indígenas del Cile, ricordando che è stato anche grazie alle contadine se sono nate lotte per rivendicare una nuova società dove le afrodiscendenti, le lavoratrici rurali e quelle impegnate in progetti di agricoltura familiare abbiano diritto di cittadinanza di fronte al capitalismo, al patriarcato e all’agrobusiness.

Al imperialismo ni un tantito así, amano ripetere i movimenti sociali latinoamericani, e questo vale non solo per difendere i diritti contadini e l’agroecologia dai tentacoli della crescente bancada ruralista e dell’agronegozio, ma anche per tutelare la sovranità territoriale di fronte ai ripetuti tentativi di colpo di stato. Quando è andato on line El patio trasero  ancora era stato consumato il golpe in Bolivia, ma, come sostiene Tomás Hirsch, deputato del Partito umanista cileno, in America latina, e anche nel suo paese, prevale un sistema inumano, quello neoliberista, che ha permesso al Cile, a 29 anni dalla caduta della dittatura, di mantenere una Costituzione dell’epoca pinochettista. Il Cile, protagonista in questi mesi di una delle più grandi rivolte contro il sistema neoliberista, come del resto l’Ecuador del presidente traditore Lenin Moreno, molto vicino ad essere cacciato dal Palacio de Carondelet da una forte ondata di ripudio, hanno sorpreso sia gli Stati uniti sia le destre continentali.

La lista di colpi di stato falliti in Venezuela, al fine di rovesciare Maduro, è infinita, ma il dilagare di governi autoritari, dal Brasile all’Honduras, passando per la Colombia e tutti i paesi aderenti al Gruppo di Lima è molto lunga.

A contribuire affinché l’America latina non sia più una zona di pace, i venti di guerra promossi da Canvas (Centro per l’azione non violenta e strategie applicate) e National Endowment for Democracy, sostenute dagli Stati uniti per fomentare le rivoluzioni colorate spesso tramite paramilitari e, di recente, anche tramite l’ultradestra evangelica. Nel libro si pone l’accento sulla strage di leader sociali in Colombia, sulla democratura del Paraguay e dell’Argentina macrista (ancora non si erano tenute le presidenziali che hanno sancito la vittoria della dupla F) e sull’Organizzazione degli stati americani, ormai trasformatasi in una struttura alleata del neogolpismo.

Purtroppo il processo di emancipazione della Patria Grande dovrà superare ancora molti ostacoli.

Por la tierra y derechos campesinos: CLOC 25 años

AA.VV.

Agenzia di notizie Alainet – America latina en movimiento, 2019

 

El patio trasero

AA.VV.

Agenzia di notizie Alainet – America latina en movimiento, 2019

I libri sono scaricabili gratuitamente dall’agenzia di notizie Alainet

David Lifodi