Lo scorso sabato si è tenuto il contro-vertice “New world (dis)Order” presso la chiesa battista di Bloomsbury solidale con i contenuti pacifisti della giornata. L’evento organizzato dal coordinamento europeo “No to War-No to Nato” col sostegno della Sinistra europea è stato la prima risposta della Londra antimilitarista al vertice Nato ospitato dal governo di Boris Johnson.

Vi hanno partecipato esponenti ed attivisti del pacifismo di tutta Europa e anche statunitense, oltre ai delegati di partiti della Sinistra europea (per l’Italia Rifondazione Comunista).

I lavori del contro-vertice sono stati aperti dallo scrittore e film maker Tariq Alì, che ha sottolineato come la Nato abbia definitivamente dimostrato la sua vera natura offensiva con i bombardamenti sulla Jugoslavia del 1999 e con la sua provocatoria avanzata verso est, arrivata a compimento col golpe sostenuto in Ucraina nel 2014 e lanciando la sua seconda guerra fredda mentre terminava la prima.

Immancabile un riferimento alle imminenti elezioni politiche che ha strappato gli applausi dell’assemblea: “Spero che vinca Jeremy Corbyn” – ha concluso il suo intervento Tariq Alì -“e che poi a manifestare per strada ci vadano quelli che la guerra la vogliono!”, anche se a detta di molti sostenitori di Corbyn presenti, «il Labour deve ancora essere “de-blairizzato”».

Puntuale nel contro-vertice l’analisi delle nuove strategie della Nato: il suo farsi globale con la proposta di coinvolgimento di Colombia e Corea del Sud, il rilancio del nucleare tattico e strategico sulla scia della dottrina Usa scaturita dall’uscita unilaterale di Trump dal trattato Inf, la militarizzazione dello spazio come ultima frontiera della supremazia militare.

Gli attivisti francesi hanno messo in evidenza come sia del tutto pretestuoso indicare nella Russia «il nemico minaccioso» quando la spesa militare della Francia di Macron, che da sola vale 295 miliardi di euro in cinque anni, già supera quella di Mosca. Ma il fatto davvero interessante del contro-vertice è stato che tutte le nazionalità rappresentate si sono fatte carico dell’analisi serrata e della denuncia delle responsabilità di guerra dei rispettivi governi: un mosaico della montante militarizzazione UE a trazione franco-tedesca.

Gli attivisti tedeschi hanno infatti sottolineato come questo pesante riarmo, che ha come punto d’arrivo dichiarato la costituzione di un vero e proprio esercito comune, non sia per nulla un’alternativa alla Nato, ma un «doppio» proteso verso interessi neo-coloniali. Ha concluso i lavori Reiner Braun, portavoce del coordinamento “No to War-No to Nato”, auspicando un avvicinamento e commistione della campagna antimilitarista con quella ambientalista e invitando tutti alla manifestazione di oggi davanti a Buckingham Palace.