La decisione dopo la denuncia di otto ong che hanno accusato il governo di violare le leggi internazionali e di rendersi complice delle violazioni dei diritti umani che i migranti subiscono in Libia

Il governo francese ha deciso di revocare la consegna di sei navi al governo di unità nazionale della Libia per rafforzare il controllo delle coste. Il passo indietro arriva dopo mesi di proteste e una denuncia al tribunale amministrativo di Parigi da parte di otto ong, che avevano accusato il governo di violare le leggi internazionali e di rendersi complice delle violazioni dei diritti umani che i migranti subiscono in Libia.

A febbraio Parigi aveva annunciato l’invio delle imbarcazioni al governo presieduto da Fayez Al-Serraj, istituito nel dicembre 2015 e riconosciuto dall’Onu. Secondo fonti concordanti, la consegna aveva l’obiettivo di rafforzare il controllo sulle partenze dei migranti dal Paese nordafricano.
Secondo il ministro della Difesa francese, Florence Parly, l’attuale “situazione in Libia” non rende però più possibile la consegna delle imbarcazioni.

Immediate le reazioni delle organizzazioni internazionali. Amnesty International, che era tra le otto organizzazioni che hanno firmato la denuncia di aprile, ha fatto sapere di augurarsi che la decisione “rappresenti una svolta nei rapporti tra i due Paesi in termini di politica migratoria”.

In Libia si combatte dal 2011 una guerra civile tra il governo con sede a Tripoli e le truppe guidate dal generale Khalifa Haftar, sostenitore e riferimento principale di un esecutivo rivale con sede a Tobruk. Il Paese è uno dei principali punti di transito dei migranti verso l’Europa. Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), in Libia ci sono oggi oltre 40mila richiedenti asilo e rifugiati, tra i quali circa 3mila reclusi in centri di detenzione.

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