L’hashtag #lastesissenior ha cominciato a girare su Twitter mercoledì 4 dicembre, senza essere stato comunicato in precedenza dai social network ed è diventato rapidamente un trending topic in Cile. E’ stata una sorpresa, nonostante tutto sia stato organizzato con molta discrezione. Ieri pomeriggio, donne con più di 40 anni di età hanno partecipato in massa al flash mob “Uno stupratore sulla mia strada” davanti a uno dei luoghi più rappresentativi della repressione durante gli anni della dittatura militare: lo Stadio Nazionale. Questo complesso era un centro di detenzione e tortura; da lì si è denunciata la violenza di genere e si è dato risalto alle donne torturate durante la dittatura.

La coreografia femminista creata da Las Tesis ha fatto il giro del mondo. E’ stata rappresentata in molti luoghi, è diventata virale sui social network e fa ormai parte delle varie forme di manifestazione espresse dall’esplosione sociale che dura da 48 giorni.

Alcuni degli organizzatrici de Las Tesis Senior hanno spiegato che diverse donne hanno osato parlare per denunciare gli abusi subiti e la violenza a volte sperimentata molti anni prima e hanno personalizzato il testo di “Uno stupratore sulla tua strada”. Hanno prodotto un materiale audiovisivo per rafforzare queste denunce e registrato chi ha fatto proprio il testo per raccontarlo o cantarlo in prima persona.

Molte altre partecipanti si sono identificate soprattutto con l’ultima strofa aggiunta per l’occasione: “Non vogliamo che il tuo popolo mi rappresenti / Nell’Assemblea Costituente / Dobbiamo essere presenti / Lo stupratore sei tu / Lo stupratore sei tu / Lo stupratore sei tu”, come diretta allusione al fatto che fino ad oggi i politici che hanno firmato l’Accordo di Pace e per una Nuova Costituzione non sono stati in grado di accordarsi sulla partecipazione paritaria di uomini e donne alla sua stesura.

Tutte le donne erano vestite di nero, avevano la bocca dipinta di rosso, portavano al collo una sciarpa rossa e una benda nera sugli occhi. La loro generazione conosce le lotte sociali perché è quella che si è liberata dei militari ed è stata protagonista dei 30 anni di quella pseudo democrazia neoliberista da cui il Cile dice di essersi risvegliato. Quelle donne hanno preso il posto delle giovani femministe e si sono sentite incoraggiate a uscire, a ballare e a cantare insieme – con una voce potente – le strofe che denunciano il patriarcato e le diverse forme di violenza contro le donne.

La partecipazione di massa ha costretto a fermare il traffico su Viale Grecia, poiché le migliaia di donne occupavano non solo tutti i marciapiedi che permettono l’ingresso allo stadio, ma anche entrambe le carreggiate della strada.

Marcela Betancourt, portavoce delle organizzatrici, ci ha detto: “Vogliamo partecipare equamente alla Convenzione Costituente, vogliamo porre fine alle violazioni dei diritti umani, in particolare contro le donne. La trasformazione deve essere femminista. Se non è femminista, non è una vera e propria trasformazione sociale, soprattutto perché questa generazione più anziana ha dovuto subire molti abusi: com’è potuto accadere? Questa nuova generazione ci insegna che non saremo mai più sole”.

Servizio fotografico e video di Claudia Aranda: