In vista del vertice della Nato in programma nel Regno Unito il 3 e il 4 dicembre, Amnesty International ha affermato che l’alleanza militare deve “fare ordine in casa propria” rispetto alle crescenti prove di possibili crimini di guerra commessi da suoi stati membri – Usa e Turchia, ma anche Regno Unito e Francia – in Siria.

Il vertice dovrebbe occuparsi prevalentemente di finanziamenti, cyber-sicurezza e minacce poste dal terrorismo.

Amnesty International ha chiesto che sia affrontata anche la questione degli attacchi sproporzionati e indiscriminati compiuti in Siria dalla Turchia e dalla Coalizione militare guidata dagli Usa, della quale fanno parte anche Regno Unito e Francia.

Un mese fa Amnesty International ha denunciato che le forze turche e i gruppi armati locali alleati hanno portato a termine attacchi indiscriminati contro centri abitati nel nordest della Siria. I primi resoconti sull’offensiva militare turca parlano di oltre 200 civili uccisi, di civili e combattenti catturati e uccisi in modo sommario. Alcuni civili sono stati uccisi anche in Turchia, a seguito di attacchi indiscriminati lanciati dai gruppi armati curdi operanti in Siria.

Inoltre, un rapporto pubblicato nel corso dell’anno da Amnesty International e Airwars ha denunciato la morte di almeno 1600 civili durante i quattro mesi di bombardamenti aerei della Coalizione sulla città di Raqqa, nel 2017. La campagna militare della Coalizione – di cui la Nato fa parte – per strappare Raqqa allo Stato islamico è stata una delle più devastanti nelle guerre moderne e ha causato danni e distruzioni nell’80 per cento della città.

A differenza di Amnesty International, che ha trascorso oltre due mesi a Raqqa indagando sulle conseguenze degli attacchi dalla Coalizione sui residenti della città, la Coalizione ha rifiutato di svolgere indagini del genere e abitualmente scarta come infondate le denunce dell’organizzazione per i diritti umani.

“La Nato deve fare ordine in casa propria per quanto riguarda le crescenti prove di possibili crimini di guerra da parte dei suoi stati membri in Siria. Se i suoi stati membri rimarranno in silenzio di fronte alle campagne di bombardamenti sproporzionati e indiscriminati, cosa potremo dire circa il rispetto del diritto internazionale umanitario da parte della Nato?”, ha dichiarato Kristyan Benedict, direttore delle campagne per la risposta alla crisi di Amnesty International Regno Unito.

“Le nostre domande sono semplici: la Nato è interessata alla tormentata popolazione civile siriana? Cos’ha da dire sulla sciagurata violazione dei diritti umani e del rispetto della legge in Siria?”, ha concluso Benedict.