Martedì 26 novembre 2019 dalle 14 alle 22

Università Statale, via Festa del Perdono 7, Milano

Organizzato  da Ecologia Politica Milano, Collettivo Universitario Tekoser, Controtempi e Fuori Luogo

ENI: TRA DEVASTAZIONE AMBIENTALE E MIGRAZIONI CLIMATICHE

ORE 14.00: mostra fotografica sulla devastazione ambientale compiuta da ENI.
Atrio aula magna

ORE 16.00: Proiezione del documentario Faces of Africa – Ken Saro Wiwa-attivista e scrittore nigeriano condannato a morte dal governo dopo il suo coinvolgimento in proteste e campagne contro la multinazionale Shell.
AULA 517

ORE 17.30: Incontro con l’associazione Re:Common. Interventi di: Cut Tekoser, Fuori Luogo, Ecologia Politica, Controtempi.

Re:Common, associazione che promuove campagne contro la corruzione e la distruzione dei territori in Italia e nel mondo, parlerà del ruolo di Eni in Nigeria e del processo che si sta svolgendo a Milano, in cui Eni è accusata di aver pagato una maxi tangente di 1,1 miliardi di euro al governo nigeriano.
AULA 517

ORE 19.00: Musica e aperitivo

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ENI, uno dei colossi nel campo dell’estrazione di gas e petrolio, viene fondata nel 1953 come Ente Nazionale Idrocarburi. Ad oggi ENI è una multinazionale presente in 73 paesi, con un fatturato annuo che si aggira intorno ai 69 miliardi di euro che consentono all’azienda di essere l’ottavo gruppo mondiale nel campo petrolchimico.

Nella sua storia ENI si è trovata al centro di svariate controversie, sia legate a casi di devastazione ambientale, sia di corruzione, in Italia e nel resto del mondo.

Grazie alle numerose riforme di scuola e università avvenute nel corso degli ultimi anni, ENI siede nel consiglio di amministrazione (CDA) dell’Università Statale di Milano, finanziando svariati progetti, corsi e attività all’interno dell’ateneo, oltre a legittimare le proprie politiche aziendali attuando azioni di greenwashing.

Consideriamo il ruolo e le attività svolte da ENI all’interno dell’ateneo milanese incompatibili con un’idea di università intesa come luogo di saperi slegati da volontà di profitto a scapito degli equilibri naturali e della salute delle persone, particolarmente in un periodo storico come quello che stiamo vivendo, dove si rende sempre più impellente un cambiamento del sistema produttivo, a causa della catastrofe ambientale e climatica in atto.