Stesso giorno, stessa ora: sabato 30 novembre alle ore 15,30. È l’incontro dal titolo “don Milani e la scuola di Barbiana: un’esperienza che ci interroga” che si terrà a Bergamo in contemporanea e in alternativa al convegno “da Barbiana a Bibbiano”. Quest’ultimo è stato organizzato da alcuni gruppi reazionari di marca cattolica e leghista, basato sostanzialmente sulla “cultura dell’insulto”.

La risposta della Bergamo che promuove e pratica la “cultura della solidarietà”, non si è fatta attendere. Tra l’opzione del silenzio per evitare di diventare indirettamente cassa di risonanza per ideologie inconsistenti e l’ipotesi di un presidio di protesta nei confronti di chi non si vergogna di strumentalizzare una vicenda come quella di Barbiana, si è scelta la terza via: un incontro con Paolo Landi, già allievo di don Lorenzo Milani, per ascoltare e interrogarsi ancora una volta su ciò che la memoria viva ci restituisce di quella storia esemplare.
A promuovere l’iniziativa non sono soltanto i consueti gruppi del cattolicesimo sociale, del volontariato e delle comunità di base, ma c’è anche in modo significativo la Chiesa “ufficiale” di Bergamo: dalla Comunità Ecclesiale che raggruppa tutte le parrocchie della città all’Ufficio per la Pastorale sociale e del Lavoro della Curia bergamasca.

A livello simbolico colpisce il fatto che il convegno degli ultra tradizionalisti si terrà in un auditorium che è una chiesa sconsacrata, mentre quello degli amici “milaniani” avverrà in una chiesa consacrata. Ed è molto probabile che le presenze ai due eventi non saranno simmetriche, poiché la chiesa si riempirà di gente per questo momento di ascolto di chi alla scuola di Barbiana c’è stato di persona e ha vissuto quella esperienza concreta. Una grande partecipazione di fatto raggiungerebbe il risultato di oscurare gli oscurantisti.

Anche se in fondo ha ragione Francesco Gesualdi, un altro dei ragazzi di Barbiana, che recentemente ha scritto: “Il Priore fa paura per le idee che ci ha lasciato in eredità ed è proprio per demolire i suoi insegnamenti che si cerca di buttargli addosso fango. Ma grazie a Dio, le idee si sostengono da sole”.